sabato 6 febbraio 2016
Castellitto è il sindaco Vassallo, ucciso dalla camorra
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Angelo Vassallo era un pescatore che, disgustato dal degrado del suo paese (Pollica, nel Cilento), decise improvvisamente di candidarsi come sindaco. Sulla carta le possibilità che venisse eletto erano praticamente nulle, visto che il paese era in mano a una combriccola di affaristi; alla fine, però, ce la fece e indossò la fascia tricolore per 12 anni: finché non fu ucciso in un agguato, il 5 settembre 2010. In attesa (ancora) di conoscere mandanti ed esecutori dell’omicidio, la storia di Vassallo diventa un film, Il sindaco pescatore, che Raiuno manda in onda lunedì 8 febbraio in prima serata. Prodotto da Solaris e Rai Fiction e diretto da Maurizio Zaccaro, il film ripercorre la vicenda umana e politica diVassallo, a suo modo un sognatore che pensa – per dirne una – di mettere la filodiffusione al cimitero per accompagnare con la musica classica il dolore dei visitatori. O che, strenuo difensore dell’ambiente, decide di multare ben prima dello Stato chi butta per terra i mozziconi di sigaretta; o che, ancora, si oppone con determinazione a chi ha deciso di portare la droga in paese.  «Questo film rappresenta un’occasione importante per far conoscere la vita di Vassallo e la sua terra, il Cilento, che soffre per la presenza della criminalità organizzata», osserva il presidente del Senato Pietro Grasso, presente all’anteprima svoltasi ieri mattina davanti ad alcune scolaresche. Inoltre è l’occasione «per accendere i riflettori sul tema importante delle intimidazioni e delle minacce ai sindaci. Da Nord a Sud, non c’è territorio che non soffra questa violenza». E se «le indagini non sono ancora riuscite a trovare i responsabili, non c’è dubbio che Vassallo sia stato ucciso per il suo impegno in difesa del territorio. C’è bisogno di giustizia per lui, la famiglia, i cittadini di Pollica che lo hanno appoggiato e tutto il nostro Paese». Il sindaco pescatore rappresenta per la Rai un fiore all’occhiello, un titolo di adempimento alle funzioni di servizio pubblico: «Raccontare storie come quella di Angelo Vassallo spiega il rapporto che vogliamo avere con il Paese. Crediamo che lascerà un segno in chi la vedrà», osserva il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto. E il direttore di Rai Fiction Tinni Andreatta aggiunge: «Ci sono vite che non possono e non devono essere dimenticate. Tra le missioni di servizio pubblico c’è quella di portare queste storie al pubblico televisivo, in particolare ai giovani». Che, almeno stando alle reazioni entusiaste di quanti erano presenti all’anteprima, dovrebbero gradire il prodotto.  A prestare il volto a Vassallo è Sergio Castellitto: «Il paradosso è che questo film non avremmo mai voluto farlo, vorremmo che Angelo fosse ancora con noi. Non è solo una biografia ma una ferita aperta» dice l’attore, sottolineando «il paradosso tutto italiano: chi fa il suo lavoro con impegno e onestà è un eroe». Vassallo non era un eroe né, probabilmente, avrebbe voluto esserlo ma, aggiunge Castellitto, «ci insegna molte cose. Per esempio, che dietro all’idea di buona politica non può non esserci un’idea poetica che vola verso un sogno».  Idee di cui, per Dario Vassallo, fratello di Angelo e presidente della fondazione che porta il suo nome, a Pollica non è purtroppo rimasto nulla: «Mio fratello è stato ucciso il 5 settembre 2010. Quello stesso giorno del 2014 in paese hanno fatto la sagra del pesce e l’anno dopo quella del fico. Cosa rimane di mio fratello? Le chiacchiere». Nello stesso tempo, Vassallo si dice però convinto che «questo film servirà a raggiungere la verità».
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