Dal Kurdistan al Cile, le avventure di Fuad e Pedro
lunedì 4 novembre 2013
Un colpo di fucile, un proiettile sbagliato. Una disgrazia, forse. Convinto di aver ucciso un bambino, Fuad scappa terrorizzato in cerca di un improbabile nascondiglio. Ma la sua è una fuga breve; in agguato per lui c’è un pericolo maggiore: viene sequestrato da loschi figuri per conto dei ribelli del PKK, gente crudele che rapisce i ragazzi per farne guerrieri votati alla causa del popolo curdo. Siamo a Diyarbakir, la capitale virtuale di quella parte di Kurdistan che si trova in territorio turco ed è qui che inizia l’avventura lunga, complicata e dolorosa tra prigionie e fughe di Fuad, ragazzino sensibile e di una dolcezza senza eguali. Un’esperienza dura che lo porta ad attraversare il suo Paese, a conoscerne le bellezze e le asperità, a patirne le contraddizioni, a incrociare personaggi malvagi a legarsi ad altri semplicemente generosi, gentili e accoglienti. Altri due ragazzi, Burak, prepotente, arrogante, spaccone e violento e Kemal, astuto e falso, vittima di adulti disgraziati e sfruttatori lo accompagnano in questo viaggio ai confini orientali del Paese dove si nascondono i disperati della guerriglia curda e si consumano inseguimenti, fughe, nascondimenti, tradimenti e aggressioni. E’ una storia prima di tutto umana, fatta di emozioni, paure, domande sul futuro e sogni questo romanzo di Sofia Gallo intitolato “I lupi arrivano col freddo” (edizioni Giralangolo, 12,50 euro), la storia di un ragazzo che vuole essere diverso dai fratelli che rappresentano le due anime del Paese, uno poliziotto al servizio della Turchia, l’altro ribelle e guerrigliero curdo. La storia di un viaggio alla ricerca della propria strada come è ogni adolescenza. Con il passato che ti insegue ma che occorre affrontare a viso aperto per non scappare in eterno. (Dai 13 anni)Stessa autrice ma altro editore, Lapis, per un racconto che ha ancora la grande Storia sullo sfondo. “La lunga notte” (10 euro) che Sofia Gallo fa raccontare a Pedro, un undicenne che vive a Santiago del Cile, non è solo quella che prelude all’11 settembre 1973 , il giorno del colpo di Stato militare che destituì il presidente Salvador Allende. Così venne chiamata la feroce dittatura del generale Pinochet che in diciassette anni si è resa responsabile della morte di oltre trentamila persone. La cronaca breve dei tre giorni che sconvolsero il Cile, fatta da Pedro - figlio di due sostenitori del presidente Allende, la mamma medico, il papà giornalista – è il racconto di un Paese improvvisamente travolto dal caos, bloccato dallo sciopero dei camionisti, agitato dalla protesta delle pentole, percorso dalle camionette dei militari che, armati di caschi, scudi, manganelli e mitra seminano il terrore. Stordito e atterrito dagli avvenimenti che si susseguono – i carri armati lungo le strade, il palazzo del governo bombardato e il presidente Allende morto in circostanze drammatiche - Pedro è costretto a lasciare la casa e tutte le sue cose, prima a nascondersi e poi a fuggire in fretta con i suoi. Esiliati disperatamente ma pieni di speranza di tornare. In appendice una serie di schede storiche racconta i fatti di quei terribili giorni. Le illustrazioni al tratto con inchiostro rosso di Lorenzo Terranera, accrescono la forza delle parole. (Dagli 11 anni).
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