domenica 30 marzo 2014
Ora, come per il merlo di Brecht, «..la mia fine è quasi certa./ e pure sono io che nel grigio del mattino/ cantai..».In ultimo promuoverei una sfilata di moda, avendo per consulenti: Rouault, il Pitocchetto, Brueghel il Vecchio, Bosch. Non vorrei essere escluso dalla rassegna. Ecco allora sfilare con me: obesi, affamati, prostitute, carcerati; ancora: tossicodipendenti, banchieri, lebbrosi, feti in via di aborto, mafiosi e moribondi. Sì, è una rassegna delle piaghe, e le piaghe non sono mai belle ma è solo a bordo di loro, come di altrettante arche di Noè, che ci salveremo. La sfida sta nel linguaggio, per poter dire compiutamente tutto ciò.Allora, nell'accatastamento delle genti nelle metropoli, alla luce della Bibbia dell'ultimo bimillennio, scenderà la manna dal cielo però per tutti i popoli; si apriranno i mari ma per far transitare uomini di ogni razza e l'acqua, fatta scaturire con un colpo di bastone, abbevererà i cinque continenti. E chissà mai che la colonna sonora possa essere, finalmente, il silenzio. Il governo sul mondo della pseudofilantropica finanza, ci ha definitivamente scocciati. È l'ora di quello dei pani e dei pesci per ognuno e, come scritto ne Il cielo di lardo, «..il tutto è nella pancia di Dio Padre,/ che ci mescola, dolce betoniera».
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