martedì 13 ottobre 2015
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«Siamo un partito che è nato per difendere la libertà dei cittadini, ma sappiamo bene che questa si ferma dove inizia la libertà degli altri». Enrico Zanetti spiega così, «da laico», il suo no alle adozioni così come sono previste nel progetto di legge sulle unioni civili. Il segretario di Scelta Civica si riferisce ai diritti dei nascituri e dei minori, che «vengono dopo le pur giuste aspirazioni alla genitorialità». Per cui «un supplemento di riflessione sarebbe auspicabile.Come commenta la scelta del Pd, che sembra profilarsi, di andare comunque con il suo testo?Mi sembra che tutte queste discussioni sugli aspetti procedurali siano la spia di una difficoltà nel trovare un idem sentire non solo nella maggioranza, ma - in modo trasversale - negli stessi partiti.Ma andare in aula con un nuovo testo, esautorando la commissione che ne stava discutendo un altro, non è una forzatura regolamentare?Lo è senz’altro, ma in tutta onestà debbo ammettere che ce ne sono state altre in questa legislatura, a volte anche su questioni che abbiamo condiviso. Sarebbe incoerente ricorrere a questo argomento. Resterei sul merito delle questioni, quindi.Nel merito, il suo no alle adozioni è secco.Sicuramente. Con questa norma, a nostro avviso, nel tentativo di dare una soluzione a casi molto limitati si rischia di crearne di nuovi in numero molto maggiore, relativi ad altre situazioni che si verrebbero a creare, come l’utero in affitto o situazioni similari.Come se ne potrebbe uscire?Le soluzioni sono due, o si stralcia questo argomento che così come è formulato ora non è convincente, o lo si articola in modo diverso, attraverso una profonda e attenta riflessione ulteriore.Argomenti di buon senso, mentre a volte sembra che prevalga la voglia, politicamente, di piantare ognuno le sue bandierine.Questo è di un’evidenza lampante. La discussione è andata avanti, spesso, fra persone che non avevano voglia di ascoltarsi. E i risultati non sono stati eccellenti, come si vede.Qual è il vostro atteggiamento rispetto al provvedimento nel suo complesso?È molto semplice. Noi siamo per un’apertura piena al riconoscimento dei diritti sul piano dell’affettività e dei diritti ed obblighi reciproci dei partner. Crediamo che sia giusto e maturo intervenire in questa direzione. La nostra perplessità, evidentemente, nasce quando entrano in ballo i diritti di altre persone, il cui interesse deve essere preminente. Ed è, appunto, il caso delle adozioni e dei figli.La stessa problematica emerge sulla procreazione assistita e la cosiddetta maternità surrogata.Infatti il mio non è un discorso che riguarda solo le unioni gay, ma di principio.Da sottosegretario all’Economia ha mostrato anche perplessità sulla reversibilità della pensione.Su questo il mio discorso è generale: è tutto l’istituto che andrebbe rivisto, alla luce di nuove esigenze e realtà che emergono. Quindi ritengo che un allargamento dei fruitori dovrebbe avvenire insieme a questa esigenza più generale di una sua nuova regolamentazione. Anche su questo una riflessione più approfondita, credo, potrebbe aiutare.
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