sabato 8 marzo 2014
Per la Commissione «non possono essere usati per coprire la riduzione di imposte». Cgia: tassazione in busta paga ammonta a 296,4 miliardi. Il Governo: tagliare l'Irpef.
Risorse da recuperare e giustizia fiscale di Leonardo Becchetti
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L'Ue mette i paletti, e se da un lato permette un "kick off" sulla programmazione dei fondi per le politiche di coesione 2014-2020 purché con pochi "interventi concordati e mirati", dall'altro chiarisce "che non possono essere usati per coprire la riduzione di imposte, come quella potenzialmente legata al cuneo fiscale".Bruxelles entra anche nel dibattito italiano di queste ore sul debito troppo alto provocato anche dal contributo al fondo salva-Stati: è fuori luogo, precisa la Commissione, perché "non penalizziamo i Paesi" per il loro coinvolgimento nei programmi di salvataggio europei. Un altolà arriva per chi negli ultimi giorni aveva fatto un pensierino sul possibile utilizzo dei fondi strutturali per coprire la differenza tra imposte e costo del lavoro. Le regole Ue permettono invece di finanziare con fondi nazionali (quindi secondo il meccanismo del rimborso) e prima che la programmazione italiana per il 2014-2020 sia stata adottata dalla Commissione, "progetti concreti" per offrire, ad esempio, aiuti per lo start up o per l'espansione produttiva e occupazionale dell'industria manifatturiera.Ma, per poter poi ottenere i rimborsi (sono 33 i miliardi Ue di cofinanziamento per i sette anni) i progetti dovranno essere "sottoposti a una verifica a posteriori di coerenza con leregole dei fondi, con i criteri di selezione, e con la strategia dei programmi. E solo quando sarà trovato un accordo sulla strategia e sui programmi, la Commissione potrà rimborsare quei progetti con risorse comunitarie".Intanto il dibattito sul debito elevato non si placa: ancora oggi l'ex ministro dell'economia Fabrizio Saccomanni ricordava che Bruxelles non dovrebbe stupirsi di una spesa così alta visto che è causata anche dalla partecipazione al fondo salva-Stati Esm. Ma in Europa non la vedono così: è vero, spiegano, che in quel quasi 134% di debito pubblico sono compresi i pagamenti all'Esm e i prestiti bilaterali alla Grecia, ma quando la Commissione chiede all'Italia gli sforzi per ridurre il debito, 'sconta' già quelle voci."L'impatto che il contributo all'Esm ha sul debito è un calcolo 'in-out' che non pesasull'aggiustamento strutturale" che la Ue chiede all'Italia. In pratica, la solidarietà europea ha un impatto neutrale sui conti pubblici, tanto è vero che Bruxelles chiede di correggere il debito a partire dal dato del deficit strutturale, e non a partire dal dato a tre cifre del debito. Il deficit strutturale è oggi allo 0,6%, e l'anno prossimo è dato in salita allo 0,8%, quando invece dovrebbe tendere al pareggio. È quello l'intervento che la Commissione chiede, da cui ha già sottratto la partecipazione all'Esm.CGIA: IL CUNEO VALE 296,4 MILIARDIIn Italia il cuneo fiscale ammonta a 296,4 miliardi di euro: 161,47 miliardi gravano sulle spalle dei datori di lavoro (pari al 54,47 per cento del totale), gli altri 134,97 (pari al 45,53 per cento del totale) sono a carico dei lavoratori dipendenti. Di questi 296,4 miliardi, 280,67 sono riconducibili al peso dell'Irpef, delle addizionali comunali/regionali Irpef e dei contributi previdenziali; gli altri 15,77 miliardi di euro sono ascrivibili all'Irap. I dati appena esposti, secondo una stima realizzata dall'Ufficio studi della Cgia, costituiscono il peso e la composizione del nostro cuneo fiscale che, precisa la stessa Cgia, "stando alle intenzioni manifestate nei giorni scorsi dal Governo Renzi, dovrebbe subire un taglio di 10 miliardi di euro".  Nel caso venisse confermata questa ipotesi, fa sapere ancora la Cgia, il cuneo si ridurrebbe del 3,4 per cento. Chi, tra le imprese e i lavoratori dipendenti, otterrà i maggiori benefici da questo taglio ? "Dipenderà dalla scelta che farà l'Esecutivo - esordisce il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - noi auspichiamo che la gran parte della contrazione vada a vantaggio dei lavoratori dipendenti. Solo così possiamo sperare in una ripresa dei consumi delle famiglie italiane.  Quest'ultima è una condizione necessaria per  ridar fiato anche alle attività artigianali, commerciali  e alle piccole imprese che vivono quasi esclusivamente dei consumi del territorio in cui operano. Se almeno 8 miliardi andassero ad abbattere l'Irpef in capo ai dipendenti - prosegue Bortolussi  -  quasi certamente le fasce di reddito al di sotto dei 25 mila euro potrebbero ritrovarsi con oltre 700 euro netti in più all'anno pari a circa 60 euro al mese. Faccio notare che il peso dell'Irap sul cuneo ascrivibile alle aziende private è pari a 6,1 miliardi di euro. Se i rimanenti due miliardi di taglio al cuneo andassero ad abbattere l'Irap del settore privato, il peso di questa imposta sulle aziende si ridurrebbe di un terzo. Un alleggerimento - conclude Bortolussi - comunque di tutto rispetto".TAGLIO IRPEF, BONANNI: SEGNALE POSITIVO"Se il Governo Renzi ha davvero deciso di concentrare i dieci miliardi di euro per ridurre le tasse ai lavoratori e ai pensionati sarebbe un segnale molto positivo e ne saremmo contenti. Questa è la nostra proposta da tempo per sostenere i consumi delle famiglie più povere. Oltretutto in questo momento dare soldi alle imprese che sono senza commesse sarebbe solo un buco nell'acqua". Lo dichiara il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni commentando le ipotesi anticipate da alcuni organi di stampa sulla destinazione del cuneo fiscale.
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