venerdì 17 ottobre 2014
​"Misure importanti per la crescita". Renzi: così creeremo lavoro. Non si placa lo scontro tra governo e Regioni che minacciano ricorsi: giovedì un incontro.
Le associazioni familiari: pensioni tartassate
 
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​Nella legge di stabilità appena approvata dal governo sembra esserci "un riconoscimento ampio e ci sono misure importanti per la crescita, sia direttamente per quel che riguarda le politiche di investimenti, sia indirettamente per quello che riguarda la riduzione della pressione fiscale". Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano prima di lasciare Milano dopo aver partecipato al vertice Asem. Il capo dello Stato ha spiegato che la manovra italiana rientra nel solco delle indicazioni arrivate da tutta Europa. "Mi pare che siamo in una situazione di passaggio in vista del Consiglio europeo di fine ottobre. Penso però che le posizioni prese con notevole nettezza dal governo italiano, ma non solo dall'Italia, vadano nel senso di un forte rilancio delle politiche per la crescita" ha detto. Poi una battuta sul complesso caso dell'elezioni dei due giudici costituzionali che da settimane paralizzano il Parlamento. "Io procederò rapidamente" ha detto ai giornalisti che gli chiedevano se per la Consulta sarebbero arrivati prima i giudici di nomina presidenziale. "Io vado avanti per conto mio: siamo in due e io non so l'altro come si muove", ha aggiunto. Il premier Matteo Renzi incassa la sponda di Napolitano e rilancia sulla riforma del lavoro. "In Italia in questo momento ci sono manifestazioni rispetto alle scelte del governo sul Jobs act: noi siamo convinti che lenostre scelte aiuteranno a creare crescita, occupazione e postidi lavoro" ha detto il premier annunciando fra l'altro che rispetto alle questione europee, al consiglio Ue della prossima settimana non mancherà il confronto sulla crescita. Intanto il ministro dell'Economia Gian Carlo Padoan in un'intervista al Sole 24 Ore è tornato a difendere le misure: 'Siamo in recessione da ormai tre anni. La via maestra per abbattere il debito è la crescita, senza la quale non avremo mai conti pubblici in ordine e saremo sempre in balìa delle tensioni dei mercati. L'Ue capirà".  Non si placano però le polemiche. Le Regioni in rivolta contro i 4 miliardi di tagli imposti con la Legge di stabilità: ci saranno conseguenze sulla sanità e comporteranno nuove tasse locali, hanno detto ieri i governatori. "No minacce ma tagli agli sprechi" è stata la risposta a muso duro del premier Matteo Renzi. Il governatore del Veneto Luca Zaia annuncia ricorso alla Consulta e ribadisce che contro questa manovra le Regioni devono ribellarsi, in tutte le forme legittime. "Noi non siamo una fonte di spreco. Prendo atto che il governo non ci sente, e allora dico che impugneremo la manovra davanti alla Corte costituzionale, dal momento che non ho alcuna intenzione di aumentare le tasse ai miei amministrati" minaccia. Secondo Zaia l'effetto dei tagli sarà devastante "in misura ancora maggiore rispetto a Regioni non proprio così virtuose. Perché i risparmi noi li abbiamo già fatti". Il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino, che ieri aveva lanciato la protesta, oggi getta acqua sul fuoco e via facebook invita i colleghi a sedersi al tavolo con presidenza del Consiglio e ministero dell'Economia. Incontro in programma per giovedì Previsioni catastrofiche quelle fatte dal governatore della Lombardia Roberto Maroni per il quale la legge di stabilità "avrà conseguenze catastrofiche in Lombardia": che da una prima valutazione "si rischia la chiusura di almeno 10 ospedali, l'aumento dei ticket, delle addizionali Irap e Irpef e tagli a infrastrutture e trasporti". L'incontro è in calendario per il prossimo giovedì, le Regioni si presenteranno con un piano per modulare i tagli chiedendo al governo di aumentare la spending review a carico dei ministeri (6 miliardi quelli previsti). Nuovo affondo dal leader della Cgil Susanna Camusso. "Penso sia sbagliato che in una stagione di crisi si possa anche solo immaginare di tagliare i servizi alle persone a partire dal Servizio sanitario nazionale" ha detto a margine del corteo dello sciopero generale per la Ast di Terni. "Mi pare - sottolinea ancora - che la stessa entusiastica adesione di Confindustria alla riduzione dell'Irap sia stata accompagnata dal dire che questo non si tradurrà in assunzione sbagliato tagliare servizi come la sanità".
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