venerdì 1 agosto 2014
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La Camera chiamata a occuparsi di temi etici, che sono «più che politici», deve «essere legittimata direttamente dal popolo». E il nuovo Senato, afferma Maurizio Sacconi, capogruppo del Nuovo Centrodestra a Palazzo Madama, è invece espressione di Regioni e Comuni, dove esiste una «prevalente attitudine laicista», come stanno a dimostrare le continue fughe in avanti «oltre la legge» su vita e famiglia.Dunque, l’emendamento Candiani non lo avete votato.Eravamo quasi tutti presenti, 33 su 34, e ragionevolmente tutti contrari. Anche in quei pochi di noi scettici sulla riforma prevaleva l’aspetto del corretto trattamento della materia etica.Perché contrari alla doppia lettura su di essa?Innanzitutto il Senato delle autonomie non è rappresentativo del popolo, ma delle Regioni, dei Comuni e delle Città metropolitane. È per così dire una Camera funzionale, cioè utile ad affermare la leale collaborazione tra Stato centrale e autonomie. Solo eccezionalmente conserva compiti legislativi paritari.Cosa serve per trattare di famiglia o vita?Sono temi antropologici e quindi più che politici. Dunque, la Camera che se ne occupa deve essere legittimata direttamente dal popolo. D’altra parte non è difficile immaginare che - esagero - per i prossimi 150 anni le Regioni e i Comuni avranno una prevalente attitudine laicista e relativista per compiacere settori sociali ideologizzati. Lo vediamo tutti i giorni con atti che vanno oltre ciò che la legge prevede.Come si spiega l’approvazione dell’emendamento della Lega?L’orientamento di certi settori è emerso già nella discussione in aula. Il senatore Casson, uno dei principali riferimenti dell’area del Pd culturalmente relativista, ha fatto un vero e proprio appello a votare sì, in dissenso dal suo gruppo. Quindi si può pensare che nel segreto dell’urna si siano sommati i voti di chi a vario titolo è ostile alla riforma con quelli dei laicisti. Due ambienti che a volte coincidono, a volte no.Lo possiamo considerare un incidente di percorso o peserà sul cammino della riforma?È un evidente incidente di percorso. Il fronte conservatore è ostinato, coglie ogni occasione e usa ogni strumento, solleticando ogni pulsione che ci può essere nell’assemblea. La Lega lo ha fatto con cinismo.Cosa farete ora?Proporremo che la Camera ripristini il testo originario. Sulla base del criterio che più la materia è rilevante più deve esserci legittimazione popolare da parte di coloro che la trattano.È fiducioso che la riforma del Senato possa passare nei tempi stabiliti?Non lo so. Non avverto dalla presidenza una chiara scelta di criteri di sostanza nella gestione del regolamento. Il formalismo esasperato, l’esercizio autoreferenziale della funzione parlamentare, si contrappongono al bene comune e allontanano le istituzioni dal popolo. Due esempi: non si può ottenere il voto segreto, che è un’eccezione, per votare incidentalmente materie rilevanti che meritano il voto palese. E una volta che è stato approvato o respinto un principio come la non elettività del Senato, non ha senso rivotare infinitamente sullo stesso punto, sfruttando le pieghe del regolamento.
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