venerdì 27 febbraio 2015
​I bersaniani diserteranno l'incontro con il premier Renzi su Italicum, Jobs Act e riforma Rai.
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​La minoranza Pd di nuovo sulla barricate. Bersani annuncia che non ci sta a fare il "figurante" di un confronto interno in favor di telecamera. Diserterà le quattro ore di confronto organizzate oggi da Matteo Renzi al Nazareno su Rai, fisco, scuola e ambiente. Con lui mancheranno tanti altri esponenti della minoranza Pd, che soprattutto dopo la vicenda Jobs act dichiarano di sentirsi "presi in giro" dal segretario. "Polemiche sterili e ingiustificate", replica con altrettanta nettezza Renzi, "stupito" dall'aventino della minoranza. Il premier dichiara di non comprendere "chi gioca la carta della polemica interna" a fronte del suo invito al confronto. "Tutte le principali decisioni di questi 15 mesi", inclusi Jobs act e riforme, "sono state discusse e votate negli organismi di partito", sottolinea. E rivendica di essersi sempre misurato su tutti i temi con un metodo "aperto e inclusivo", tutt'altra cosa rispetto ai "caminetti ristretti del Pd vecchia maniera". Ma il segretario non sembra convincere i suoi interlocutori interni. Chi ha deciso di declinare l'invito, lo fa a titolo personale. "Nessun ordine di scuderia", assicurano i bersaniani. Ma di fatto, spiegano, tanti parlamentari di Area riformista e di Sinistra dem, oltre ai civatiani, domani non parteciperanno. Ci sarà il capogruppo Roberto Speranza e ci saranno altri esponenti della minoranza come Francesco Boccia. Ma tanti altri spiegano di non aver gradito modi e tempi del confronto: "Non si possono invitare il mercoledì - osserva Nico Stumpo - oltre 400 parlamentari per il venerdì in una sala che contiene 200 persone, a discutere in 4 ore di temi di gran rilievo". "Non mi sembra una formula utile e seria", dice Alfredo D'Attorre.
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