martedì 4 ottobre 2016
Il dibattito sulla riforma costituzionale in vista del referendum del 4 dicembre si fa sempre più accesso. Posizioni a confronto.
Referendum, le ragioni del sì. E quelle del no
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Matteo Renzi alla fine ha preferito il 4 dicembre al 27 novembre come data per il voto sul referendum costituzionale, d'accordo con Il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Renzi trascorrerà le dieci settimane che mancano da qui al voto referendario in giro per l'Italia: un tour a tappe forzate per spiegare agli italiani su cosa devono pronunciarsi. Il ministro Maria Elena Boschi e tutto il Pd sono impegnati già da mesi (con incontri anche con gli italiani all'estero). Perché l'imperativo è portare a votare quanti più italiani possibile: i sondaggi segnalano ancora un'alta percentuale di indecisi o non informati ma una scarsa affluenza - spiegano i Dem - aiuterebbe probabilmente il No. Dunque, tutti mobilitati.

LA SCHEDA Senato e federalismo, ecco cosa cambia   Il senatore del Pd Vannino Chiti e il professore di Filosofia teoretica Eugenio Mazzarella sulle pagine di Avvenire illustrano e riflettono sulle motivazioni per votare sì o no. "La riforma ha e dà un equilibrio" dice Chiti. "La riforma non migliora il testo, percorso da ricominciare" dice invece Mazzarella. Ecco i due editoriali a confronto.

>> COSTITUZIONE, QUATTRO BUONI MOTIVI PER DIRE SI' (Vannino Chiti)

>> LO SPIRITO «UNITIVO» CHE MANCA SPINGE AL NO  (Eugenio Mazzarella)

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