venerdì 27 febbraio 2015
Alchimie della politica: il Senato dà l'OK a due testi contrapposti sul piano ideologico, ma da alcuni ritenuti complementari sul piano formale. Evitata la frattura nella maggioranza.
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Il governo ha evitato una frattura nella maggioranza, con il parere favorevole alle due mozioni, rispettivamente di Pd-Psi-Pli-Pi-Cd e Ap-Sc, contrapposte sul piano ideologico, ma da alcuni definite complementari sul piano formale. Entrambe poi approvate dall'Assemblea di Montecitorio. Nel contempo, anche il Pd ha evitato una netta frattura interna con il ritiro della mozione della socialista Pia Locatelli - che avrebbe avuto il voto favorevole di un discreto numero di democratici - e la presentazione di un testo frutto di un evidente compromesso. La mozione del Pd, infatti, impegna il governo "a continuare a sostenere in ogni sede l'obiettivo della Costituzione di uno Stato palestinese che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo stato d'Israele, sulla base del reciproco riconoscimento e con la piena assunzione del reciproco impegno a garantire ai cittadini di vivere in sicurezza al riparo da ogni violenza e da atti di terrorismo", mentre quella a firma Ap e Sc subordina il riconoscimento dello Stato di Palestina a un'intesa politica tra il gruppo islamico Hamas e il suo antagonista laico Al-Fatah che, attraverso il riconoscimento dello Stato d'Israele e l'abbandono della violenza, determini le condizioni per il riconoscimento di uno Stato palestinese". Quest'ultimo testo ha però raccolto un numero inferiore di consensi rispetto a quello sottoscritto da Pd-Psi-Pli-Pi-Cd: 237 contro 300. La posizione del governo è stata esplicitata in aula dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, per il quale "la soluzione di fronte alla crisi mediorientale è quella dei due Stati", che equivale al "diritto dei palestinesi a un loro Stato e il diritto dello Stato di Israele a vivere in sicurezza di fronte a chi vorrebbe addirittura per statuto cancellarne la stessa esistenza". Soddisfazione è stata espressa comunque da più parti, partendo da Ncd (che ha votato anche la mozione dei democratici), passando dal Pd e arrivando fino a Sel (il capogruppo Arturo Scotto ha parlato di "una giornata storica"), con Nichi Vendola che ha rivendicato i meriti del suo partito per il risultato definito "un passo in avanti serio raggiunto". Vendola non ha mancato però di sottolineare le contraddizioni, accusando governo e parte del Pd di avere "contribuito a far approvare anche un documento contrastante". Netto invece il commento del Movimento 5 stelle, che bolla l'azione del governo come "un vergognoso bluff" che nega i diritti della Palestina. E altrettanto netta, ma di segno opposto, la posizione di Fi, totalmente contraria invece al riconoscimento di uno Stato palestinese.
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