giovedì 2 ottobre 2014
Sedicesima fumata nera: non passa il nuovo ticket Violante-Caramazza. La Lega si sfila, il M5S attacca l'esponende del Pd: non ha i requisiti.
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Sedicesima fumata nera per l'elezione di due giudici costituzionali da parte del Parlamento in seduta comune. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, nessun candidato ha raggiunto il quorum richiesto dei tre quinti dei componenti dell'assemblea. In aula erano presenti 804 parlamentari. Le fonti riferiscono che LucianoViolante ha incassato 511 voti. Ignazio Caramazza ne ha incassati 450. Pur essendosi ritirato dalla corsa Donato Brunoprende comunque 66 voti. Servirà quindi una nuova votazione. A nulla è servito quindi il nuovo accordo raggiunto ieri da Pd e Fi per sbloccare la situazione. Era stato individuato un nuovo ticket composto appunto da Luciano Violante e Ignazio Francesco Caramazza, avvocato generale dello Stato. Ma le indicazioni di voto arrivate in serata ai parlamentari di Pd, Forza Italia e Ncd via sms evidentemente non sono state seguite da tutti. Dopo il passo indietro di ieri di Donato Bruno, che ha rimesso la sua candidatura nelle mani di Berlusconi, il capitolo dei due giudici da eleggere per la Corte Costituzionale non accenna a trovare una soluzione. Perplessità in casa degli azzurri "azzurri": in molti sottolineano che si tratta di "una persona di 77 anni" che "non può essere messa in contrapposizione, da un punto di vista di peso politico, con una personalità forte come quella di Violante". I maldipancia all'interno di Fi si sono uniti alla protesta dichiarata dei leghisti che hanno annunciato di non votare per Caramazza definendo una farsa il continuo cambio dei candidati. I grillini invece sono andati all'attacco di Violante definendolo incandidabile per la Consulta". Dopo il caso di Teresa Bene per il Csm il M5s è andato a controllare i requisiti richiesti per la nomina alla Consulta e, annuncia il deputato Danilo Toninelli, "abbiamo scoperto non ha nessuno dei requisiti richiesti perché un politico di professione". E' destinata a restare aperta anche la questione del Csm visto che le presidenze della Camere alla fine hanno scelto di non far votare sul sostituto da mandare a Palazzo dei Marescialli al posto di Teresa Bene la cui elezione non è stata convalidata per mancanza dei titoli necessari. Nonostante fosse arrivato dal Quirinale l'invito al Parlamento ad adempiere a tale obbligo. "Molto probabilmente - si osserva tra i Dem - si vorranno far calmare le acque prima del voto visto che Teresa Bene ha annunciato l'intenzione di presentare ricorsi da tutte le parti" per "difendere i propri diritti", come annunciato del resto anche ieri dalla diretta interessata.
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