sabato 25 luglio 2015
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Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, interviene da Aosta sulla sentenza della Cassazione che impone ad alcuni istituti scolastici religiosi di Livorno di pagare l'Ici. Il ministro parte osservando che i giudici dicono "che c'è un trattamento diverso" tra pubbliche e paritarie "perché sono istituzioni diverse". Poi Giannini va avanti: "Penso che forse ci sia una riflessione da fare", e ricorda che in regioni come il Veneto, senza paritarie, Stato e Regione "si troverebbero in enormi difficoltà economiche e strutturali". In Veneto, spiega, "il 67% della educazione infantile e della scuola primaria è coperta dalle scuole paritarie". A margine della firma nel Palazzo della Regione della Valle d'Aosta di un protocollo d'intesa relativo alla riforma scolastica, il ministro ha sottolineato che la sentenza riguarda un "capitolo che non è di mia pertinenza, quindi non lo commento nel merito". Ha spiegato poi che "il nostro provvedimento non interviene certo sulle questioni che riguardano le amministrazioni locali e le scuole. Interviene su un altro principio, dal mio punto di vista assai più fondante, quello della libertà di scelta educativa, con una, per carità, simbolica, diciamo, possibilità di riconoscimento alle famiglie che o scelgono o sono talvolta anche obbligate a scegliere". Più in generale, ha sottolineato il ministro, "il tema delle scuole paritarie dal mio punto di vista - la legge riflette questo punto di vista che non è solo mio, è della maggioranza di governo - va affrontato in un quadro anch'esso europeo di riferimento. L'Italia l'ha fatto 15 anni fa, con una belle legge a firma Berlinguer che così sintetizzo: "La Repubblica italiana è dotata di un sistema nazionale pubblico, statale e non statale. È un sistema integrato dell'istruzione, un sistema che lo Stato si impegna ovviamente con modalità differenti, a far sviluppare e non declinare".
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