lunedì 30 marzo 2015
​Mattarella a colloquio con Hollande. «Serve una risposta collegiale all'emergenza degli sbarchi dei migranti".
LA GRANDE MARCIA DI TUNISI Le troppe assenze europee di domenica di Andrea Lavazza
LA SFIDA DOPO LA STRAGE L'analista: l'Occidente riparta dal modello Tunisi
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Dopo la piccola bandiera italiana esposta dietro il sorriso di Samantha Cristoforetti, durante l’originale collegamento con la stazione spaziale internazionale, i due tricolori così simili dei due versanti delle Alpi per una cena di lavoro all’Eliseo con il presidente socialista François Hollande. Sotto un cielo parigino plumbeo, è stata una visita di lavoro breve ma intensa quella del presidente Sergio Mattarella, giunto nel cortile dell’Eliseo alle 19.33, appena un mese dopo un vertice italo-francese che aveva confermato l’attuale solidità e voglia di cooperazione fra Roma e Parigi sulle grandi questioni internazionali. Mattarella ha attraversato lentamente il cortile davanti alla fanfara e al picchetto d’onore, prima di una breve discussione preliminare con l’inquilino, appena reduce da elezioni provinciali disastrose per la sinistra transalpina. Ma per l’occasione, Hollande ha subito ritrovato il sorriso nel corso di una breve allocuzione comune fra i decori dorati del salone d’onore dell’Eliseo, evocando «i rapporti amicali e calorosi» tra i due paesi. I quali hanno «una responsabilità per dare uno spirito, un’anima all’Europa all’insegna dell’idea della pace e della sicurezza», contribuendo al contempo con misure specifiche al ritorno di una crescita «quanto più forte e robusta possibile, ma anche al massimo creatrice d’impiego». Un modo è pure il sostegno a infrastrutture come la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione e "diversi" altri progetti comuni ai due Paesi legati al piano Juncker. Il presidente socialista, di ritorno dalla trasferta dalla manifestazione di Tunisi contro il terrorismo, ha ricordato la «grande preoccupazione» condivisa domenica con il premier Matteo Renzi. Anche per questo, la situazione in Libia e le conseguenze sui flussi migratori sono stati al centro dell’incontro, con Hollande pronto a lodare il ruolo «particolarmente motore» del nostro paese a sostegno dell’iniziativa negoziale sotto l’egida dell’Onu. Per Hollande, anche il calendario gioca a favore dell’intesa fra Italia e Francia, legate nei prossimi mesi dal filo tematico contiguo fra l’Expo di Milano e la conferenza parigina dell’Onu a fine anno sui cambiamenti climatici.In un intervento più lungo di quello di Hollande, il presidente Mattarella ha a sua volta enfatizzato «il livello eccellente delle relazioni» italo-francesi. Quest’intesa può adesso confluire in uno sforzo comune per un «accrescimento dell’integrazione dell’Unione», dato che si tratta di una responsabilità particolare del gruppo dei tre grandi Paesi fondatori del progetto politico continentale: «Come la crisi ha dimostrato, vi è bisogno non di meno Europa, ma di più Europa per il futuro dei nostri Paesi». E in proposito, ricordando la marcia repubblicana a Parigi dell’11 gennaio, Mattarella ha evidenziato l’importanza che «l’Europa e l’intera comunità internazionale si ritrovi solidale nei momenti di emergenza e di dolore», tanto più in una fase internazionale segnata da «aggressione alla civiltà, alla democrazia, alla cultura». Per l’inquilino del capo del Quirinale, accanto alle esigenze militari, «la reazione deve essere anche di carattere culturale e di comunicazione», attraverso un «partenariato di civiltà». Sulla Libia e sul dramma dei migranti, il presidente è stato molto esplicito: «Occorre che l’Europa intera dia collegialmente una risposta a quest’emergenza, a questo desiderio d’accoglienza che tanta gente disperata presenta verso l’Europa». Su tutto ciò, «Francia e Italia hanno una visione del tutto identica delle iniziative da assumere». Un’intesa che supera i livelli istituzionali, appoggiandosi su una base solida di legami fra i cittadini e le società dei due Paesi.
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