lunedì 12 ottobre 2015
I suoi sostenitori si mobilitano ma il sindaco ufficializza la sua scelta, non prima di aver firmato la costituzione di parte civile al processo di Mafia Capitale.
IL VICARIATO Vallini: una nuova classe dirigente per Roma
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Alla fine l'addio di Ignazio Marino è arrivato. Non prima degli ultimi, decisivi atti da sindaco: la firma della costituzione di parte civile al primo processo di Mafia Capitale, quello che vede imputato l'ex dg di Ama Gianni Fiscon, e il via libera a tre ordinanze di lavori per il Giubileo per 10 milioni di euro.  Da oggi, dunque, finisce ufficialmente la breve era Marino, che avrà 20 giorni di tempo, fino al 2 novembre, per ripensarci.Ma non sembra finire il braccio di ferro politico che il sindaco - quasi già ex - ha ingaggiato con quel Pd che lo ha scelto, sostenuto e dimissionato. Non è escluso, infatti, che il primo cittadino possa ripresentarsi alle prossime elezioni con una lista civica, opzione che sembra convincere chi in questi giorni si è radunato in piazza per sostenerlo.  Prima di lasciare Palazzo Senatorio, però, il sindaco ha intenzione di indossare ancora quella fascia tricolore che gli è stata consegnata poco più di due anni fa. E lo intende fare, "con fermezza", nella prima udienza di Mafia Capitale, il 20 ottobre, quando sul banco degli imputati comparirà anche l'ex direttore generale dell'Ama Fiscon. A ribadire e sottolineare l'impegno nella "lotta alla criminalità" divenuta nel tempo il cavallo di battaglia del sindaco chirurgo davanti alle macerie del Mondo di Mezzo. In vista del Giubileo, c'è però chi teme che le dimissioni possano intaccare l'organizzazione dell'Anno Santo. "È una città che sta in piedi da più di 2000 anni", rassicura però il prefetto, Franco Gabrielli. Ma intanto si comincia a pensare al futuro, con i delusi del Pd che hanno presidiato per l'intera giornata la sede del Nazareno, dove si è visto anche l'assessore alla Scuola Marco Rossi Doria. Potrebbe essere proprio lui uno dei subcommissari che saranno incaricati di formare una sorta di "giunta" per traghettare la Capitale alle elezioni. Accanto al suo nome ci sono anche quelli dei neo-entrati nel rimpasto di luglio Stefano Esposito e Marco Causi, oltre a quello del responsabile della Legalità, Alfonso Sabella, dato in pole anche per il ruolo di commissario. "Non mi ha contattato ancora nessuno", smentisce il magistrato mentre dall'opposizione c'è chi storce il naso all'ipotesi di sub-commissari politici. "Renzi smentisca questa ipotesi", tuona Giorgia Meloni, data in lizza per la candidatura del centrodestra alle future elezioni. Tra i nomi che circolano per l'incarico di commissario anche quello del prefetto Mario Morcone e dell'ex comandante generale dei carabinieri Leonardo Gallitelli. Intanto, in città imperversa già il toto-candidati, ma il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti - già in corsa al Campidoglio nel 2012, per poi spostarsi alla Regione in seguito allo scandalo dei fondi in consiglio regionale -, spegne sul nascere i rumors sul suo nome. Ancora più serafico il ministro Paolo Gentiloni, già in corsa nelle primarie poi vinte da Marino. Ai cronisti che domandano se sia interessato, replica con un secco "no". Sul fronte del Movimento 5 Stelle, che chiede al premier Matteo Renzi di riferire in Aula sul caso-Roma, un candidato arriverà a gennaio. Ma sembrano salire le quotazioni di Virginia Raggi, consigliere comunale in Campidoglio.  Entrano nel vivo nel frattempo anche le indagini della Procura sulle spese effettuate dal sindaco Marino con la carta di credito del comune. Il pm titolare dell'inchiesta, Roberto Felici, ha incaricato il nucleo di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza di acquisire tutto il carteggio relativo alle spese. Già domani le Fiamme Gialle saranno in Campidoglio per verificare le accuse di peculato rivolte al primo cittadino.
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