giovedì 25 aprile 2013
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«Condivido le parole di Enrico Letta. Deve essere un governo al servizio del Paese e, dunque, politicamente forte. Quindi deve avere espressioni forti e qualificate dei partiti che lo sostengono. Se c’è un pregiudizio su questo, vuol dire che nasce, al contrario, debole». Perciò, come ha detto Alfano, «di governicchi non ci possiamo assumere la responsabilità. Non per noi. Ma perché non va bene per l’Italia». Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera pidiellino, rigetta pregiudiziali «inaccettabili» che vengono da alcuni esponenti del Pd verso altri del Pdl. Partito che, ricorda, non ne ha avute su Amato e sul premier incaricato. «Con Enrico dieci anni fa abbiamo fondato insieme l’intergruppo parlamentare sulla sussidiarietà. E abbiamo lavorato su temi come il 5 per mille, i giovani. Un governo che affronti la situazione economica con un’impronta di sussidiarietà può dare un ulteriore segnale».Perché insistete sul profilo politico? Non va bene qualche tecnico di alto livello?Berlusconi lo dice dal risultato elettorale in poi. E il richiamo di Napolitano in questa direzione è stato molto chiaro. Per affrontare la situazione serve un governo forte, duraturo e politico, di grande coalizione. La durata è la prima caratteristica per farlo nascere. Non può essere a termine, avere breve respiro. Non siamo nella situazione del governo Monti, esperienza che non vogliamo ripetere. Ciò non significa che non ci possano essere persone di caratura tecnica, come già nel governo Berlusconi.Gozi, del Pd, indica già sei mesi di durata.Sarebbe un governo debole. La preoccupazione che abbiamo, poi, è l’implosione del Pd. Senza polemiche, gli chiediamo compattezza, non gli errori fatti nei giorni passati. Purtroppo alcune dichiarazioni della direzione di martedì e di oggi (ieri per chi legge, ndr) dicono che questa non c’è. Emerge, invece, il pregiudizio verso il centrodestra.Sempre Gozi non voterà un governo con Gelmini, Quagliariello, Schifani.<+tondo>È inaccettabile. Si potrà entrare nel merito, come è giusto che sia, sul fatto che le persone proposte dal Pdl come ministri siano adatte o meno. Fermo restando che decide il capo dello Stato su indicazione del premier. Ma niente preclusioni a priori. Mi spiace per Gozi, che è mio compagno di maratona, ma dichiarazioni di questo genere mancano di rispetto ai colleghi parlamentari. E non solo: si può non concordare con lei, ma non si può negare che la Gelmini sia stata un ministro autorevole, come altri del Pd. Così il governo non nasce bene.In positivo, quali prospettive può dare il governo al Paese. Su quali priorità vi confronterete con il presidente incaricato?Innanzitutto economiche: ridare slancio ai consumi, diminuire la tassazione, sostenere imprese e famiglie, ridando loro il credito, evitare l’aumento dell’Iva. Ma bisogna partire da una questione-simbolo: l’abolizione delI’Imu. È evidente che non possiamo entrare in un governo che non faccia queste cose. Fortunatamente ho visto che Enrico ha già parlato di piccola e media impresa.Sul versante istituzionale?Qui le riforme richiedono una legislatura, non sei mesi. Chi vuole un governo che porti il Paese alle elezioni, se lo faccia da sé. Dopo l’esperienza del voto per il Quirinale, è evidente che quel tipo di elezione è distonico con il Paese. Quindi: semipresidenzialismo, elezione diretta, superamento del bicameralismo perfetto. Cose che, nella responsabilità reciproca, possiamo affrontare.
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