mercoledì 26 novembre 2014
​La Cgil promette battaglia: faremo ricorso. La Cisl invece parla di aspetti positivi. Ancora alta tensione nel Pd dopo la spaccatura sul voto
Via libera alla Camera, ma il Pd si spacca
LA SCHEDA I punti principali della riforma
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​Incontro questa mattina fra il ministro del lavoro Poletti e la commissione Lavoro della Camera sul Jobs Act. Al centro le questioni da affrontare con i decreti delegati. Poletti ha ribadito che i provvedimenti saranno pronti a inizio anno e che il primo sarà quello sul contratto a tutele crescenti. "Dipenderà dai tempi del Senato ma è possibile" che i primi decreti del Jobs Act arrivino già a metà dicembre. ha detto Poletti, al termine di un incontro con la commissione Lavoro della Camera. Bisogna "procedere velocemente per il passaggio definitivo" a Palazzo Madama per poi "predisporre i decreti delegati a partire dal contratto a tutele crescenti, che è il perno del nostro progetto per ridurre la precarietà". Poi si affronterà "il tema degli ammortizzatori sociali e la revisione dei contratti". Il segretario della Cisl Furlan intanto rileva: "Ci sono alcuni aspetti positivi che vogliamo analizzare bene nei decreti attuativi". Alla luce della sentenza della Corte di giustizia europea sui precari della scuola, la Cgil è pronta a valutare tutte le possibili azioni contro il jobs act, compreso il ricorso all'Unione europea. Lo ha affermato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervistata a margine di un convegno in Cgil. Intanto non si placa lo scontro politico dopo il via libera al Jobs Act alla Camera. Nel Pd l'opposizione si sente offesa per gli apprezzamenti del presidente Matteo Orfini, che ha definito i suoi esponenti delle "prime donne". Risponde Cuperlo, controribatte Orfini. Intanto Pier Luigi Bersani lancia un avvertimento: "La nostra gente non vuole scissioni, ma Renzi non faccia finta di nulla". Questo mentre Raffaele Fitto, sul versante di Forza Italia, si rivolge a Silvio Berlusconi con toni non esattamente da figliol prodigo: "Chiedo rispetto". Il quadro all'interno dei due partiti è tutto men che statico.
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