martedì 27 gennaio 2015
Al Senato 184 sì, 66 no e 2 astenuti, il testo torna alla Camera. Renzi: "Il coraggio paga, le riforme vanno avanti". 24 dissidenti Pd escono dall'aula. Critici Sel, Lega e M5S. ​​SCHEDA Premio di maggioranza, sbarramenti e preferenze: ecco la nuova legge
COMMENTA E CONDIVIDI
Il ​Senato ha approvato la legge elettorale, che torna ora alla Camera. I sì sono stati 184, i no 66 e 2 gli astenuti. Esulta via twitter Matteo Renzi, impegnato per tutta la giornata sul fronte della consultazioni per il Quirinale. "E due. Legge elettorale approvata anche al Senato. Il coraggio paga, le riforme vanno avanti" commenta il premier aggiungendo il consueto hashtag "#lavoltabuona". Si affida a twitter anche il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. "Sembrava impossibile qualche mesefa, eppure la legge elettorale è ok anche al Senato. È proprio#lavoltabuona". Non rientra però la fronda interna al Pd. Fuori dall'aula per protesta un gruppo di senatori capeggiati da Miguel Gotor, definito da Renzi il mio peggior nemico solo una settimana fa: "Prendo la parola annunciando, a nome di un gruppo di senatori di diversa sensibilità, la nostra intenzione di non partecipare al voto" per dissenso sulla modalità di selezione dei nuovi parlamentari che si ritiene "dirimente" ha detto Gotor a nome della minoranza ""Il diritto di voto è la massima espressione della sovranità del popolo. C'era tutto lo spazio per trovare una soluzione diversa ma non è stata neppure cercata", ha detto a proposito dei capilista bloccati previsti dall'Italicum. Voto contrario anche da Sel annunciato dalla presidente dei senatori Loredana De Petris: "Questa legge non è altro che 'Il Porcellum 2 - la vendettà", ha sottolineato criticando nel merito i contenuti dell'Italicum. Assai critica anche la Lega con Roberto Calderoli: "Se Renzi è ancora in vita lo si deve a Berlusconi e ai 40 senatori che hanno sostituito i dissidenti Pd e se Berlusconi è ancora politicamente in vita lo deve a Renzi", ha detto annunciando il voto contrario. "Ci avete messo 9 anni per cambiare la legge - ha proseguito l'esponente della Lega con riferimento al Porcellum, "ma alla fine non ci troviamo di fronte ad una riforma epocale ma davanti ad un porcellinum - ha osservato ancora sottolineando che le liste bloccate e l'irragionevolezza del premio di maggioranza, bocciate dalla Corte, continuano ad esistere". Qualche voce di dissenso anche tra le fila di Fi con un paio di senatori che si sono sfilati.  In aula non sono mancate le polemiche da parte delle opposizioni. L'oggetto del contendere è il coordinamento formale delle norme contenute nell'Italicum, annunciato da Anna Finocchiaro e votato poco prima del via libera all'Italicum. L'accusa delle opposizioni è che all'interno vi siano norme che, di fatto, modificano il ddl emendato dall'assemblea e lo correggono. A dare il fuoco alle polveri è il leghista Roberto Calderoli che parla di maxiemendamento. "Rispristinate un emendamento che ieri abbiamo bocciato. Ci sono 23 righe nuove inserite in un articolo neanche toccato dalla legge elettorale. Ritorniamo dopo l'elezione del Presidente della Repubblica con calma in commissione sul coordinamento", tuona Vito Crimi per M5S.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: