mercoledì 29 aprile 2015
La Camera dei deputati ha dato il via libera alla fiducia sull'art. 1 della riforma elettorale. Altri due voti domani. Renzi: o si decide o si ritorna al punto di partenza.
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La Camera dei deputati a metà pomeriggio ha dato il via libera alla fiducia, chiesta ieri dal governo, sul primo articolo dell'Italicum, la riforma elettorale, con 352 sì, 207 no e un astenuto. Presenti in aula 560 deputati, votanti 559.Renzi incassa dunque la fiducia, anche a costo di una ulteriore spaccatura nel suo partito. "Se la legge elettorale andrà e il governo potrà proseguire il proprio compito, si aprirà una fase affascinante per tutti noi", ha scritto Renzi sulla sua enews. "Finita la fase delle riforme strutturali, infatti - prosegue Renzi - la questione diventa: quale visione strategica per i prossimi vent'anni in Italia? Questa è la sfida che culturalmente più mi intriga. Dimostrare che in questo Paese così ricco di passato possiamo costruire un futuro all'altezza della nostra storia. Ma per farlo occorre investire su innovazione, ricerca, talento. Coraggio. Il coraggio, questo è ciò che serve oggi alla classe politica italiana".In una lettera inviata a La Stampa, Renzi ha difeso l'Italicum e la scelta del governo di porre la fiducia alla Camera sulla riforma elettorale. "Abbiamo messo la fiducia perché dopo aver fatto dozzine di modifiche, aver mediato, discusso, concertato, o si decide o si ritorna al punto di partenza".  I voti di fiducia saranno tre, uno già ottenuto oggi pomeriggio e due da celebrare domani. Alla vigilia gli analisti osservavano che sarebbe nutrito il numero dei deputati, sui circa 100 della minoranza Pd, orientati a non votare la fiducia: tra questi Bersani, Speranza e Letta. Per quanto riguarda il voto di questo pomeriggio, sono 38 i deputati del Partito democratico che non hanno votato la fiducia al governo sullalegge elettorale. In base ai tabulati, ai 36 che risultano non partecipanti alla chiama, vanno aggiunti Roberto Speranza e Guglielmo Epifani che risultano in missione ma hanno espresso pubblicamente la dichiarazione di non voto.
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