sabato 31 gennaio 2015
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​«Non siamo all’elezione del sindaco di un Comune, ma stiamo scegliendo il capo dello Stato, il presidente di tutti. Spero che alla quarta votazione di questa mattina anche Ncd possa convincersi della necessità di votare Mattarella. Il loro ragionamento è un po’ paradossale: dicono che il candidato ha tutte le carte in regola, ma contestano il metodo. I cittadini non capiscono perché per questioni di metodo non si vota per una persona perbene e competente». Pierluigi Castagnetti, ultimo segretario del Ppi, e padre nobile di tanti giovani del Pd, Renzi compreso, è corso a Roma da Reggio Emilia per "presidiare" il Transatlantico in vista della votazione decisiva. Sono molti i parlamentari che lo salutano, chiedendogli lumi, consigli e rassicurazioni. Castagnetti, che era uno dei nomi "papabili" per il Quirinale, rappresenta un ponte tra la passata generazione cattolico-democratica, di cui Mattarella fa parte a pieno titolo, e i giovani parlamentari della stagione renziana. Onorevole Castagnetti, l’ha sorpresa la mossa di Renzi su Mattarella? Sinceramente debbo dire di no. Sergio ha tutti quei requisiti di autorevolezza, di equilibrio, di esperienza politica e istituzionale che ne fanno, certamente insieme ad altri, un perfetto candidato per il Colle. In più, sul suo nome si è registrato il massimo di unità nel Pd. Un consenso che si è allargato anche ad altri partiti, elevando il livello della candidatura.È vero che i due non si conoscevano personalmente?Nonostante la differenza di anni, Mattarella e Renzi hanno militato nelle stesse file. Di sicuro si sono incontrati in qualche occasione ufficiale o in qualche riunione di partito....Pare che prima di questi ultimi giorni non si fossero mai parlati vis à vis. Fanno parte di due generazioni diverse, ma certo a un giovane militante come poteva essere Renzi venti anni fa, non poteva sfuggire il ruolo di rilievo che ha avuto Mattarella in quegli anni.Dicono che Renzi ha chiesto a lei notizie su Mattarella...Renzi non aveva bisogno di chiederle a me.La strana coppia Mattarella-Renzi: due caratteri molto diversi. Sarà una convivenza tranquilla?Ognuno ha il suo carattere. Mi sembra che possano essere due personalità complementari. Renzi punta sulla velocità, sulla modernizzazione, sulla spinta per il futuro. Mattarella rappresenta la radice solida e saggia, la difesa non conservatrice dei valori costituzionali. Parliamo del prossimo presidente. Che identikit vede per il nuovo inquilino del Colle?Lo ha detto lo stesso Giorgio Napolitano, un grande e ineccepibile presidente, che è venuto il tempo di chiude una stagione eccezionale. Per il futuro, le nuove riforme costituzionali, la nuova legge elettorale porteranno a una maggiore stabilità parlamentare e a una premiership rafforzata. Per questo il ruolo del capo dello Stato può essere meno esposto. La nostra Costituzione per il presidente della Repubblica prevede poteri un po’ a fisarmonica: quando la politica è forte, l’intervento del Quirinale è minore. Nei momenti difficili, di transizione, il capo dello Stato può assumere un più forte ruolo di guida.Sergio Mattarella che presidente sarà?Come ha detto Guido Bodrato sarà più simile a Einaudi che a Pertini. Sarà un uomo attento a difendere le regole, la lettera e lo spirito della Costituzione, che sarà molto attento a non invadere spazi altrui, convinto com’è dell’importanza della divisione tra i poteri dello Stato. Ma non accetterà pressioni e richieste indebite.Sarà un presidente notaio?Preferisco usare questa espressione: un garante. Attivo e non conservatore.Spieghi la differenza...Vorrei ricordare che nella lunga attività politica, Sergio si è sempre schierato sul fronte dell’innovazione e del rinnovamento. Insieme a Leopoldo Elia, suo grande amico, si è sempre schierato in difesa dei cardini della Costituzione, ma contemporaneamente ha sempre sottolineato la necessità di un attento aggiornamento delle regole alle mutate esigenze della società.Qualche critico accusa il candidato al Colle di non avere abbastanza caratura internazionale. Non bisogna dimenticare che fu ministro della Difesa nel governo D’Alema, in un momento molto particolare, quando in Serbia infuriava il conflitto etnico e la Nato intervenne in difesa dei musulmani del Kosovo. Mattarella partecipò a tutti i vertici europei e internazionali : fu molto ascoltato e stimato dagli alleati in quel frangente difficile. Ricordo che caduto il governo D’Alema, il presidente della Repubblica Ciampi chiese pubblicamente ed esplicitamente a Giuliano Amato, nuovo presidente del Consiglio, di mantenere la continuità al ministero della Difesa, confermando Mattarella. Inoltre da vicepresidente del Consiglio Mattarella  è stato membro del vertice del Ppe, del quale facevano parte all’epoca Merker e Junker.Un altro appunto che muovono al (probabile) prossimo presidente. Quello di essere troppo rigido.Mattarella lo conosco bene. Ho l’impressione, nel suo caso, che si confonda rigidità con dirittura morale. Mattarella, non lo si dimentichi, viene dalla scuola di Aldo Moro. Quella di Andreatta, Maria Eletta Martini, di Tina Anselmi, di Leopoldo Elia. Tutte personalità che univano una forte tensione morale per il rinnovamento della politica con una riflessione assidua e attenta sui meccanismi istituzionali e legislativi necessari per tradurre i valori e i principi in provvedimenti concreti. Ricordo a questo proposito il paziente e tenace lavoro di tessitura e di mediazione che permise a Sergio Mattarella, che era relatore della legge elettorale dopo i referendum di Mario Segni, di traghettare il sistema politico da proporzionale a maggioritario temperato, riuscendo a coinvolgere nella sua riforma sia Violante che Tatarella.Renzi usa con grande facilità tweet e i social-media. E straripa in televisione. Lo farà anche Mattarella?Credo che sia sbagliato mettere a qualcuno un vestito che non gli appartiene. Del resto, in questa politica così caotica e urlata, la presenza salda, riservata, competente, equilibrata di Mattarella al Quirinale può dare al Paese un senso di unità, di sicurezza, di serenità.

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