mercoledì 12 ottobre 2011
242 milioni di euro è la cifra che stando alle indiscrezioni sarebbe contenuta nella bozza della legge di stabilità per il 2012 relativa al capitolo di bilancio della scuola paritaria. Ma non è chiaro se si tratta di una aggiunta allo stanziamento già previsto nella manovra triennale (281 milioni di euro) oppure dello stanziamento complessivo previsto per il 2012.
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Duecentoquarantadue milioni di euro. È la cifra che stando alle indiscrezioni delle agenzie di stampa sarebbe contenuta nella bozza della legge di stabilità per il 2012 relativa al capitolo di bilancio della scuola paritaria. Ma nessuna spiegazione, che possa fare chiarezza se si tratti di una aggiunta allo stanziamento già previsto nella manovra triennale (281 milioni di euro) oppure dello stanziamento complessivo previsto per il 2012. Un dilemma tutt’altro che di poco conto. Se l’interpretazione fosse per una aggiunta al capitolo di spesa (che così si avvicinerebbe all’originale 539 milioni di euro), per la scuola paritaria sarebbe un’inversione di tendenza dopo anni di traversie.

Ma resta in campo anche l’altra, decisamente più drammatica, ipotesi, e cioè che sia la cifra complessiva: solo 242 milioni di euro. In questo caso, saremmo davanti a un taglio secco di 297 milioni di euro, cioè il 55,1% sullo stanziamento storico. Davvero un boccone amaro per la scuola paritaria. Un piatto indigesto, servito alla vigilia di un passaggio istituzionale che, invece, avrebbe potuto far tirare un sospiro di sollievo almeno per il 2011. Infatti nell’ordine del giorno dell’odierna riunione della Conferenza Stato-Regioni e Unificata è stato inserito il decreto ministeriale relativo al ripristino dei 245 milioni di euro per l’anno finanziario 2011. Una battaglia, che, per il terzo anno consecutivo, ha impegnato le associazioni del mondo della scuola paritaria per il recupero. Anche se per il 2011 mancano ancora all’appello i 28 milioni di euro accantonati dal ministero dell’Economia in attesa della vendita delle frequenze del digitale terrestre e i 13 milioni di differenza tra quanto erogato nel 2010 e quanto stanziato nel 2011. Ma la notizia di questo recupero (di fatto positiva) viene oscurata dalle anticipazioni di stampa sulla bozza della legge di stabilità.

In attesa di chiarire a cosa si riferiscano i 242 milioni, il mondo della scuola paritaria segue con preoccupazione l’evolversi della situazione. «Se fosse confermato che si tratta dello stanziamento complessivo – commenta il segretario nazionale della Federazione delle scuole materne di ispirazione cristiana (Fism), Luigi Morgano –, saremmo davanti a una situazione inaccettabile». Preoccupato anche il presidente nazionale della Fidae, la Federazione che riunisce le scuole cattoliche paritarie dalle elementari alle superiori. «Se fosse così – commenta don Francesco Macrì –, sarebbe la dimostrazione concreta che le promesse fatte erano soltanto parole». Confida nella soluzione più favorevole Vincenzo Silvano, presidente nazionale della Foe-Cdo, anche perchè «le famiglie dei nostri alunni, sono colpite dalla crisi e faticano a sostenere anche il peso delle rette che sono costrette a pagare in assenza di un vero trattamento paritario della scuola».

E proprio Fidae, Fism e Foe-Cdo (con Agesc, Msc-Fidae e Aninsei) meno di due settimane fa, come Gruppo di lavoro per la parità presso il ministero di viale Trastevere, avevano inviato una lettera aperta al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, al ministro dell’Economia Giulio Tremonti e al ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, in cui chiedevano di ripristinare il finanziamento di 539 milioni di euro per questo capitolo di bilancio, per evitare «ulteriori traversie per il recupero» e soprattutto per «dare certezza economica alle scuole paritarie». Resta ora da capire se questa lettera ha davvero ottenuto una risposta positiva.

«Molte delle nostre scuole sono in difficoltà – commenta don Macrì – e se davvero ci fossero soltanto 242 milioni stanziati per alcune sarebbe un incoraggiamento alla chiusura». E il pensiero, aggiunge il segretario nazionale della Fism, Morgano, va «alle migliaia di scuole dell’infanzia paritarie che spesso sono l’unica struttura educativa presente in alcune comunità, svolgendo un ruolo pubblico indispensabile».

Per ora il mistero rimane, nella speranza che un po’ di chiarezza, assolutamente necessaria, arrivi oggi con il varo della legge di stabilità. Un passaggio cruciale. Atteso con trepidazione dal mondo della scuola paritaria. Infatti se dovesse prevalere l’ipotesi negativa, per centinaia di scuole paritarie la chiusura diventerebbe uno scenario purtroppo realistico. Ma sarebbe anche per le casse dello Stato un aggravio da quasi 6 miliardi di euro: tanto risparmia grazie alla presenza di queste scuole che accolgono oltre un milione di studenti.

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