martedì 29 aprile 2014
Domani il voto finale sul ddl di conversione del decreto legge 36/2014. Ma il testo divide.
INTERVISTE Serpelloni: piante modificate, più dipendenza | Mantovano: «Quel Ddl non va. Crescerà lo spaccio»
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Via libera dell'aula della Camera alla fiducia posta dal governo sul dl tossicodipendenze. I sì sono stati 335, i no 186. L'esame del provvedimento proseguirà domani mattina: alle 10.45 ci saranno le dichiarazioni di voto finale in diretta tv e alle 12.30 il voto finale.IL GOVERNO BLINDA LA LEGGEAlla fine, e non senza polemiche, il governo ha deciso di blindare con la fiducia il disegno di legge di conversione del decreto legge 36/2014, conosciuto come «dl stupefacenti». Le votazioni si apriranno oggi alle 18 nell’Aula di Montecitorio e il voto finale è previsto per domani intorno alle 12.30, preceduto da una diretta tv nella quale la tensione potrebbe salire. A comunicare la scelta della fiducia (la settima dell’esecutivo Renzi) è stato il ministro per i Rapporti col Parlamento, Maria Elena Boschi, dopo un ultimo passaggio del testo nelle Commissioni riunite Giustizia e Affari sociali per correggere alcune parti, con 2 emendamenti. «È un testo equilibrato. Tutto è perfettibile, ma la richiesta di fiducia non è uno scandalo», affermano i due presidente di commissione, Pierpaolo Vargiu (Sc-Popolari per l’Italia) e Donatella Ferranti (Pd), relatori per la maggioranza. Ma dall’opposizione, Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia contestano la scelta della fiducia («È uno schiaffo al Parlamento», attacca il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, di Fi) e promettono battaglia a Palazzo Madama, dove il ddl approderà per la conversione definitiva, che dovrà avvenire entro il 20 maggio, pena la decadenza. A suscitare polemiche e perplessità non è tanto la parte sui farmaci (che non prevede l’obbligo di sperimentazione da parte dell’Agenzia del Farmaco e offre ampia possibilità di accesso a medicine più economiche rispetto a quelli utilizzate per le stesse cure), quanto i due articoli sulle droghe, che modificano il dl Lorenzin, emanato d’urgenza a fine marzo dopo la sentenza di febbraio della Corte Costituzionale. Una pronuncia che aveva dichiarato incostituzionali due articoli della legge 49/2006 «Fini-Giovanardi», investendo la classificazione degli stupefacenti: a fronte di 2 tabelle, si era tornato alle 6 previste prima del 2006. Il dl del governo le ha ripristinate, ma fra il 1° e il 23 aprile il lavoro delle Commissioni, con una convergenza fra Pd, Sel e M5S, ha modificato il testo. Nella formulazione attuale compaiono 5 tabelle, in cui suddividere le 500 sostanze classificate dal 2006: la I e la III comprendono droghe come la cocaina o l’eroina, la V sostanze per uso medico e la II e la IV altre ancora, fra cui tutte le cannabis (senza distinzione tra indica, sativa, ruderalis o ibride). Ed è qui il primo punto di frizione, lamentato dai deputati Alessandro Pagano ed Eugenia Roccella (Ncd), Gian Luigi Gigli (Sc-Pi) e Paola Binetti (Udc), che per protesta il 16 aprile avevano abbandonato i lavori delle Commissioni: «Abbiamo chiesto con un emendamento, non approvato, di assimilare al Thc sintetico, incluso in tabella I, le piante di cannabis ad alta concentrazione della stessa sostanza, ugualmente dannose – spiega Roccella –. Ora invece, paradossalmente, il Thc in pillole appare come più nocivo, se fumato diventa quasi "socialmente accettabile". È un assurdo scientifico e un messaggio diseducativo». Così, osserva Gigli, si «apre la porta alla cultura dello spinello». E a chi, come Donata Lenzi (Pd), plaude al ritorno della «distinzione tra droghe pesanti e leggere», Roccella ribatte: «Non è così, perché le tabelle, e giustamente, non portano alcuna dicitura del genere. E apporla sarebbe sbagliato, perché tutte le droghe fanno male. Voteremo la fiducia, ma auspichiamo che il Senato, come avvenuto per il dl lavoro, risolva le incongruenze». Più dura l’opposizione di centrodestra, con Lega, Fdi («Renzi commissaria il Parlamento con la fiducia» protesta Giorgia Meloni) e Forza Italia: «Il decreto è tutto sbagliato. Va rivisto completamente, mortifica anni di battaglie contro l’uso e lo spaccio degli stupefacenti, prevedendo solo sanzioni amministrative per chi compra o detiene droga», critica ancora Gasparri. Da parte di Ncd e Sc-Pi non c’è invece particolare polemica sulla parte penale del testo: «L’alleggerimento delle sanzioni sul piccolo spaccio non indebolisce la lotta al narcotraffico. Le carceri scoppiano e i tossicodipendenti, e molti piccoli spacciatori lo sono, non dovrebbero stare in cella ma in comunità a curarsi», concluda Roccella, che bacchetta Fi, Lega e Fratelli d’Italia: «Nelle commissioni non sono intervenuti e ora protestano. Spero che al Senato facciano le loro proposte». Vincenzo R. Spagnolo
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