sabato 19 aprile 2014
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​In extremis la strada delle detrazioni Irpef viene abbandonata, e prevale il partito del "bonus". In sostanza, dalle buste paga di fine maggio, per i redditi tra gli 8 e i 24mila euro (circa 10 milioni di cittadini) compariranno 80 euro in più attraverso minori contributi previdenziali. Saranno i datori di lavoro ad anticipare i soldi, andando poi a credito con lo Stato.L’altra scelta dell’ultimo secondo è quella di rinunciare ad una gradualità del "premio", secondo la quale il picco di 80 euro si sarebbe raggiunto nella fascia 19-25mila, mentre prima (8-18mila) e dopo (26-28mila) il contributo sarebbe stato inferiore, come in una scala prima crescente e poi decrescente. E invece no: gli 80 euro ci saranno, uguali per tutti, dalla soglia minima sino ai 24 mila, e poi discesa sino a 26mila, dove avviene l’azzeramento.La scelta di agire attraverso i contributi previdenziali lascia diversi dubbi. Se si fosse agito attraverso la detrazione Irpef, lasciare fuori gli incapienti avrebbe avuto una ratio, perché i redditi bassi e bassissimi sono nella no-tax area, quindi già godono di un beneficio fiscale. La riduzione degli oneri contributivi solo per una fascia di reddito equivalente a 10 milioni di cittadini, invece, può avere una coda di ricorsi e contestazioni, visto che la previdenza la pagano, in proporzione al reddito, anche coloro che guadagnano pochissimo. La storia è piena di controversie arrivate sino alla Corte costituzionale per opporsi a misure fiscali "selettive". Ciò non fa che aumentare l’urgenza di intervenire presto per incapienti e partite Iva: Renzi non ha voluto prendere impegni temporali, ma la sede propria per una "riparazione" sembra essere la legge di stabilità.Il bonus, nel 2014, vale 640 euro totali da dividere in otto mensilità. Nessun dubbio, per Renzi, nemmeno circa l’effettiva assegnazione del credito già dalla busta paga di fine maggio, che arriverà pochi giorni dopo le elezioni europee. Quanto alla conferma del bonus nel 2015, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si è mostrato più che sicuro: «L’anno prossimo il governo si aspetta di risparmiare 14 miliardi con tagli di spesa e di utilizzarne 10 per il taglio dell’Irpef. Quindi abbiamo un grado di libertà, un sogno per chi fa politica economica».
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