lunedì 22 ottobre 2012
​Italia al 69esimo posto (a pari merito con Ghana e Macedonia), con un progressivo agravamento negli ultimi anni. Analoga tendenza registra la Banca mondiale attraverso le ultime rilevazioni del Rating of control of corruption. Monti: mina la fiducia dei mercati e la competitività del Paese.
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​Cresce in Italia la corruzione praticata, mentre calano denunce e condanne. Lo evidenzia il rapporto sulla corruzione in Italia realizzato dalla commissione nominata dal ministro Filippo Patroni Griffi e coordinata da Roberto Garofoli. Le ultime rilevazioni sull'indice della corruzione percepita, calcolato da Transparency International, ricorda il Rapporto, collocano l'Italia al 69esimo posto (a pari merito conil Ghana e la Macedonia), con un progressivo agravamento negli ultimi anni. Analoga tendenza registra la Banca mondiale attraverso le ultime rilevazioni del Rating of control of corruption (RCC), che collocano l'Italia agli ultimi posti in Europa e con un trend che evidenzia un costante peggioramento negli ultimi decenni. I dati giudiziari indicano invece un calo dei delitti di corruzione e concussione consumati: dai 311 casi del 2009 ai 223 del 2010 (-88 casi). Le persone denunciate sono passate nello stesso periodo da 1.821 a 1.226 (-595 persone). I condannati da 341 a 295 (-46). Le condanne per reati di corruzione sono passate da un massimo di 1.700 nel 1996 ad appena 239 del 2006. COSTA DIVERSI MILIARDI DI EUROI costi economici della corruzione sono stimati in diversi miliardi di euro. Per quanto riguarda le grandi opere, il rialzo straordinario dei costi dovuto alla corruzione si aggira intorno al 40%. In una prospettiva più ampia, la corruzione, minando alla radice la fiducia dei mercati e delle imprese, determina tra i suoi effetti una perdita di competitività per i Paesi, "incluso certo il nostro: il danno indiretto, e forse più grave, è quello inferto all'economia nazionale, perché la corruzione allontana le imprese dagli investimenti". È quanto si legge nel Rapporto sulla corruzione in Italia. La diffusione del fenomeno, secondo il Rapporto, rende insufficiente "il pure importante contrasto di tipo repressivo, imponendo l'elaborazione e l'implementazione di una politica di contrasto di tipo integrato e coordinato, che si avvalga anche e - prima ancora - di misure di tipo extrapenale, destinate a svolgere una funzione di prevenzione, operanti sul versante prevalentemente amministrativo". L'idea di fondo per prevenire la corruzione è quella di moltiplicare le barriere interne all'amministrazione, imponendo "elevati livelli di trasparenza 'totale'; irrobustendo l'integrità dei funzionari pubblici (oltre che degli attori del sistema imprenditoriale); rivitalizzando il sistema della responsabilità disciplinare; favorendo la collaborazione dei dipendenti onesti, garantendoli allorché denunciano fatti di corruzione di cui siano venuti in buona fede a conoscenza; introducendo modelli di organizzazione e amministrazione con specifica funzione di prevenzione delle illegalità".MONTI: MINA FIDUCIA MERCATI E COMPETITIVITÀ PAESE"Il diffondersi delle pratiche corruttive mina la fiducia dei mercati e delle imprese, scoraggia gli investimenti dall'estero, determina quindi, tra i molteplici effetti, una perdita di competitività del Paese". Lo scrive il premier Mario Monti, nella presentazione del Rapporto sulla corruzione realizzato dalla Commissione istituita dal ministro per la Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi. Perciò, ha aggiunto Monti, "la lotta alla corruzione é stata assunta come una priorità del Governo".
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