venerdì 7 giugno 2013
​Ricevono l’1,2% della spesa, ma hanno il 12% degli alunni. Don Macrì (Fidae): «Convochi subito il  Tavolo tecnico». Alessi (Fism): «Le Regioni diano più soldi alle materne».
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​«Occorre salvaguardare il carattere plurale del nostro sistema di istruzione attraverso misure volte a tutelare la qualità e l’inclusività anche delle scuole pubbliche paritarie». Lo ha detto ieri il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, presentando le linee programmatiche del proprio mandato alle commissioni riunite Istruzione e Cultura del Senato e della Camera. Il ministro ha ricordato anche lo stato del finanziamento pubblico alle paritarie, previsto dalla legge 62 del 2000, che ha stabilito che «il sistema pubblico di istruzione è composto dalle scuole statali e dalle scuole paritarie». Per le 13.657 scuole paritarie, lo Stato prevede un finanziamento che, nel 2012, è stato di 510 milioni di euro, pari a circa l’1,2%, ha ricordato Carrozza, della spesa relativa alle scuole statali. A fronte, però, del fatto che le paritarie contano 1.042.000 alunni, circa il 12% dell’intera popolazione scolastica. È evidente, insomma, la sproporzione tra quanto questi istituti danno, in termini di servizi educativi e quanto ricevono sotto forma di contributi statali.«Il tetto più alto dei finanziamenti – ricorda don Francesco Macrì, presidente della Fidae, la federazione della scuole paritarie cattoliche, che associa più di 2.500 istituti, con 40mila alunni e 30mila docenti – è stato raggiunto nel 2002 con 550 milioni di euro. Da allora è sempre diminuito mentre le spese a carico delle scuole sono progressivamente aumentate».

Sul tavolo del ministro delle Finanze, c’è un’ulteriore sforbiciata per 82 milioni di euro, che le scuole sono impegnate a scongiurare. Anche il ministro Carrozza ha inviato una lettera al collega Fabrizio Saccomanni per fare chiarezza sull’effettiva entità dei fondi a disposizione.

«Abbiamo già chiesto la convocazione del Tavolo tecnico del ministero – prosegue don Macrì – per ribadire l’importanza delle scuole paritarie. Non soltanto dal punto di vista educativo ma anche economico. Grazie alla nostra presenza, infatti, ogni anno lo Stato risparmia tra i 6 e i 7 miliardi di euro, che altrimenti dovrebbe spendere per garantire l’istruzione ai nostri studenti».

Nel suo lungo intervento in Parlamento, il ministro Carrozza ha parlato anche delle scuole dell’infanzia, «che hanno un valore importante per le famiglie, soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo». In particolare, il ministro si è soffermato sul finanziamento delle sezioni Primavera, attivate a partire dal 2007 per i bambini tra i 24 e i 36 mesi. Attualmente, ha ricordato, gli stanziamenti sono fissati in 12 milioni l’anno per il triennio 2013-2015. «Proporrò – ha annunciato Carrozza – di portare tale stanziamento a 20 milioni annui a decorrere dal 2015».

Una buona notizia per le circa 2mila sezioni Primavera aperte in Italia e, soprattutto, per le famiglie dei 25mila bambini che le frequentano. «È senz’altro una proposta intelligente sia dal punto di vista educativo che del contenimento della spesa pubblica», commenta Leonardo Alessi, consigliere nazionale della Fism, la Federazione delle scuole materne cattoliche, a cui fanno capo più di 700 sezioni Primavera. Alessi ricorda che, dal 2007 a oggi, «i fondi sono stati più che dimezzati», passando da 30 agli attuali 12 milioni di euro, e che, quindi, l’iniziativa del ministro «può incentivare anche le Regioni a incrementare la propria quota di finanziamenti».

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