venerdì 21 dicembre 2012
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​Spacchettati ma federati. E per una sera anche attovagliati insieme, ieri, a casa dell’ex ministro Gianfranco Rotondi, in via di Pallacorda a due passi dalla Camera, per gli auguri di Natale. Con cena a base di purè di fave, gallina faraona e patate, e - manco a dirlo - tiramisù generale alla fine. Insieme a Silvio Berlusconi ospiti di riguardo dell’ex ministro dell’Attuazione del Programma, tutti gli ex ministri del Pdl per un Consiglio di gabinetto un po’ goliardico: fra gli invitati anche Franco Frattini, che però non c’è andato. Il Cavaliere ha affinato con loro la sua strategia. Benedice la nascita di "Fratelli d’Italia" costola di destra dell’alleanza, fondata dagli ultrà "anti-montiani", con i due orfani delle primarie Giorgia Meloni e Guido Crosetto che vanno a fare fronte comune con Ignazio La Russa, ottenendo la piena benedizione dello stesso Berlusconi, che anzi potrebbe anche aiutarli, con alcuni via libera e qualche "prestito", a fare gruppo in entrambi i rami del Parlamento. Marciare divisi e colpire uniti, è questa la strategia che ancora una volta ha spiegato ieri alle varie anime riunite a cena, facendo leva sulle opportunità del Porcellum, cercando naturalmente di aggirarne gli sbarramenti. Il padrone di casa, Rotondi, con la pattuglia ex dc, starà nel listone di Berlusconi, per il quale si sta pensando a qualche innovazione nel simbolo, e accanto al logo del Pdl potrebbe essere evocato anche, con modalità ancora allo studio, il vecchio simbolo di Forza Italia. Un’altra lista, nelle regioni del Sud, potrebbe promuoverla Gianfranco Micciché, anche lui oggetto di pressioni da parte di Berlusconi, che lo incontrerà oggi per siglare l’accordo.A copertura di questa strategia il Cavaliere continua a imperversare nell’etere fintanto che la scure della par condicio non si abbatterà a regolamentarne le uscite. Per ora, invece, l’unica regola che vige è quella dello share e il Cavaliere sa che, nel bene e nel male, questa è sempre dalla sua parte. Anche ieri non ha tradito le attese, con una "scoppiettante" intervista a Radio anch’io. Ne ha avuto per il premier: «Credo non sia nell’interesse di Monti diventare da "deus ex machina" un piccolo protagonista della politica, insieme ad altri piccoli protagonisti», ha detto. Confessando, con un pizzico di imbarazzo, di essere d’accordo con Massimo D’Alema: «Rimarrei assolutamente sorpreso se ci fosse una partecipazione alla campagna elettorale di Monti», ha aggiunto. Ha un messaggio specifico in serbo per i cattolici: «Auspico - ha detto - che si ricordi tutto quello che abbiamo fatto per la Chiesa. Sono certo che abbia chiara l’immagine di cosa farebbe la sinistra al governo».Ma l’offensiva berlusconiana è fatta anche di incontri e telefonate, e consegue i primi risultati con alcuni "rientri" praticamente già decisi, ad esempio, da parte di Gaetano Quagliariello e Maurizio Sacconi e una fase di grande dubbio nell’area di Gianni Alemanno «per assenza di segnali chiari» da parte di Monti. Determinato a una sua iniziativa, invece, il capo delegazione del Parlamento europeo Mario Mauro, pronto a fondare circoli del Ppe "pro Monti" in tutte le Regioni, con l’ausilio di Franco Frattini, che però sembra orientato a un appoggio esterno, senza candidarsi. Della partita anche esponenti da tempo critici con la linea del Pdl, come Beppe Pisanu, o che già ne sono usciti, come Isabella Bertolini.Ma Berlusconi ripete l’invito a non disperdere il voto verso «inutili partitini» pro-Monti, «che rispecchiano - va giù duro - solo gli interessi dei loro piccolissimi leader e fanno vincere la sinistra».
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