sabato 19 aprile 2014
«In questi 20 anni - ha affermato il leader di Forza Italia - sono sempre stato candidato alle Europee. Questa volta sono stato colpito da un'ingiustizia enorme: frode fiscale, io che sono il primo contribuente italiano».
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"In questi 20 anni sono sempre stato candidato alle Europee. Questa volta sono stato colpito da un'ingiustizia enorme, una sentenza mostruosa: frode fiscale, io che sono il primo contribuente italiano. Ma ho assoluta fiducia che la Corte dei diritti europei annullerà la sentenza": così Silvio Berlusconi al Tg5.''Nella scheda elettorale ci sarà il nostro simbolo e anche il nome Berlusconi: questo garantisce ai moderati che io sono in campo'', ha detto ancora.''Dobbiamo riscrivere tutti i trattati europei firmati con la pistola alla tempia dello spread - ha spiegato il leader di Forza Italia al Tg5 -. L'Europa a trazione tedesca ha imposto una politica di rigore che ha portato solo crisi''. "Non c'è stata alcuna riduzione delle tasse. I governi della sinistra le hanno mantenuto sulla casa, poi hanno aumentato l'imposizione sulle rendite finanziarie. Anche presentando i provvedimenti con brio e con le slide, non si riesce a evadere la ricetta sempiterna della sinistra: sempre più tasse", continua Berlusconi. Il Tribunale di sorveglianza ha deciso per l'affidamento ai servizi sociali, ''di andare a una residenza di anziani a Cesano Boscone: questo non mi ha fatto assolutamente dispiacere perché ho sempre cercato di aiutare chi ha bisogno, e sono andato spesso accompagnato dalla mia mamma a portare conforto e aiuti concreti'', ha sottolineato l'ex premier. Con i voti dei moderati "pensiamo di avere un ottimo risultato alle europee e dopo, poiché non si andrà avanti più di un anno un anno e mezzo, anche alle politiche. Pensiamo di avere una grande vittoria e una grande maggioranza in Parlamento, magari senza alleati, per eleggere un governo con ministri tutti appartenenti a Forza Italia", conclude Berlusconi. AFFIDAMENTO A RISCHIO SE DIFFAMA I MAGISTRATIAffidamento sì, ma a denti stretti. Ricordando che «si tratta comunque di una forma di espiazione della pena». Antonio Lamanna, procuratore generale, lo ha detto giovedì in udienza a Niccolò Ghedini e Franco Coppi perché ricordassero al loro esuberante cliente che il provvedimento del Tribunale di sorveglianza è sempre revocabile.Lamanna, per essere più chiaro, ha letto dal Corsera (7 marzo, pagina 9) 8 righe evidenziate in giallo «... Sono qui, a Palazzo Grazioli, a dipendere da una mafia di giudici che il 10 aprile mi diranno se devo andare in galera, se mi mettono agli arresti domiciliari, se mi mandano a fare non so che servizio sociale». Fra i paletti da rispettare, la diffamazione per «singoli magistrati», ma anche le calunnia verso ignoti, ma soprattutto il dettato dell’articolo 47 del codice penitenziario che impone al «soggetto un comportamento compatibile con la prosecuzione della prova».
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