giovedì 5 luglio 2012
​L’annuncio del ministro Profumo: per il 2013 a bilancio 450 milioni contro i 510 di quest’anno. E 200 milioni in meno alle università. Proteste degli studenti.
E gli asili del Veneto riducono ore di lavoro e stipendi per sopravvivere
COMMENTA E CONDIVIDI
Sessanta milioni di euro in meno. A tanto ammonta il taglio che si preannuncia per il 2013 sul capitolo della scuola paritaria. È lo stesso ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Francesco Profumo ad annunciarlo incontrando il Forum delle associazioni studentesche, organismo di consultazione presso il ministero di viale Trastevere. «Per il 2013 abbiamo a bilancio 450 milioni di euro per la scuola paritaria» ha detto il ministro ai rappresentanti delle associazioni studentesche, confermando di fatto il taglio di 60 milioni di euro rispetto ai 511 milioni di euro complessivamente erogati nel 2012. Alle stesse Associazioni, il ministro Profumo ha anche assicurato che si sta battendo «per evitare tagli al bilancio dell’Università», che «ha già dato molto negli ultimi anni in tema di risparmi e tagli». Riduzioni contro i quali si sono alzate molte voci dai partiti e dal Parlamento. E anche nel mondo studentesco cresce la protesta che potrebbe sfociare in manifestazioni. Sul piatto della trattativa con i tecnici del ministero dell’Economia, Profumo mette i risparmi che il ministero di viale Trastevere ha iniziato a fare: ridotto del 60% il budget dell’ufficio stampa, in corso la diminuzione da cinque a due delle sedi del dicastero, l’avvio della razionalizzazione della spesa per l’acquisto di beni e servizi. Ma nonostante tutto anche per il prossimo anno si preannuncia un taglio di 200 milioni. Una coincidenza di cifre in cui qualcuno ha voluto leggere un favore alla scuola paritaria: annunciati 200 milioni di tagli all’Università e 200 milioni stanziati per la scuola non statale. Dal ministero di viale Trastevere si fa sapere che «le due cifre sono indipendenti e non vanno fatte interpretazioni dei numeri che le accorpino. I due capitoli non sono vasi comunicanti».Ma alla luce di quanto detto ieri dal ministro Profumo risulta altrettanto improprio parlare di favore alle paritarie, visto che i 200 milioni di euro di cui si era ventilato l’altro giorno sono soltanto una riduzione del taglio e non un’aggiunta a un capitolo di spesa che in dodici anni ha visto una sua progressiva riduzione. E così sembra destinato a subire anche il prossimo anno. Se confermati, queste cifre rappresentano una brutta sorpresa per l’intero mondo della scuola paritaria, la cui esistenza, con oltre un milione di studenti e alcune decine di migliaia di docenti e personale non docente, permette allo Stato un risparmio di sette miliardi di euro, come calcolato dall’Associazione genitori scuole cattoliche. Conti fatti anche dalla Federazione Opere Educative (Cdo-Foe), che sottolineano come, al contrario, «lo Stato risparmierebbe enormemente se aumentasse i contributi alla scuola paritaria, consentendo a più famiglie di sceglierla: ogni euro investito nella scuola paritaria renderebbe allo Stato 5 euro di risparmio, che potrebbero essere in tutto o in parte reinvestiti nella scuola statale».Ragionamenti che sembrano non riuscire a fare breccia in chi tiene i conti dello Stato. E così per la scuola paritaria nel 2013 si preannuncia l’ennesimo taglio. Si era partiti nel 2000 (anno in cui venne varata la legge 62, nota come legge sulla parità scolastica) con 539 milioni di euro e in questi dodici anni lo stanziamento originario si è progressivamente eroso. Complici anche le manovre triennali, a iniziare da quella del 2008 dell’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che con l’introduzione del taglio lineare all’intero bilancio dello Stato, ha comportato per tutti gli anni successivi progressivi tagli al capitolo di spesa. Tagli recuperati - ma mai integralmente - dopo estenuanti e faticose battaglie parlamentari e confronti con l’esecutivo di turno. Uno scenario che sembra destinato a presentarsi anche per il prossimo anno. Una notizia destinata a rendere più amara l’estate di questi istituti paritari.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: