martedì 4 agosto 2015
Se ne riparla a settembre, anche se non è stata fissata una data per l’approdo in Aula al Senato. L’esame del discusso ddl Cirinnà sulle unioni civili slitta a dopo la pausa estiva.
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Nessuna accelerazione agostana. Mancava solo l’ufficialità, ma ora è arrivata anche quella: il contestato disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili slitta a settembre, anche se non è ancora stata fissata una data per l'approdo in Aula del provvedimento. È quanto è emerso dalla conferenza dei capigruppo del Senato, al termine della quale il presidente di Palazzo Madama, Pietro Grasso, ha illustrato all'Aula le decisioni assunte. Nonostante Sel, con Loredana De Petris, abbia proposto una modifica del calendario dei lavori delle prime settimane di settembre per inserire il ddl sulle unioni civili, incardinandolo nei lavori d’Aula il 10 settembre, l'assemblea del Senato ha respinto la richiesta. Per una calendarizzazione rapida ma senza strappi sui tempi si era espresso anche il senatore Luigi Zanda, presidente dei senatori del Pd: «Ho chiesto al presidente Grasso di verificare con il presidente della Commissione Giustizia, il senatore Nitto Palma, l'andamento delle votazioni sul provvedimento che riguarda le unioni civili. È indispensabile che il provvedimento, per una corretta e articolata discussione, arrivi nell'aula di Palazzo Madama con il relatore. Ma è necessario, allo stesso tempo, che la Commissione Giustizia proceda con la massima speditezza ed è, da questo punto di vista, un problema molto serio che ci siano ancora 1.500 emendamenti da votare». Giovedì 30 era giunto il parere «non ostativo» della Commissione Bilancio al provvedimento, parere condizionato tuttavia dal fatto che venga approvato l'emendamento della relatrice Monica Cirinnà (Pd) relativo alle coperture finanziarie e comprensivo della calusola di salvaguardia che ricalca la relazione tecnica del governo (Ministero dell'Economia) con lo stanziamento di 130 milioni di euro in 10 anni di cui 3,7 per il 2016.

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