giovedì 26 marzo 2015
​Dambruoso (Sc): bisogna fermare i 'lupi solitari' che si autoaddestrano via web.
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«L’operazione della procura di Brescia e dell’Antiterrorismo della Polizia conferma l’importanza delle norme contenute nel nuovo provvedimento, che consentono un salto di qualità nel-l’attività di prevenzione». Da magistrato della procura di Milano, Stefano Dambruoso ha indagato a fondo sulle cellule jihadiste attive in Italia. Un’esperienza in prima linea che ora riversa nell’attività legislativa come deputato di Scelta civica e relatore del decreto legge in via di conversione. Le nuove norme, a suo parere, favoriscono un salto di qualità investigativo. Per quali ragioni? Contrastano il reclutamento e i viaggi dei 'foreign fighters', inasprendo le pene e consentendo la custodia cautelare, e danno la possibilità di procedere contro chi viene reclutato sul web: non serve per forza la sua partecipazione concreta a un’organizzazione, basta l’adesione a proclami terroristici da parte di altri individui. È importante per poter individuare e fermare eventuali 'lupi solitari' che si auto addestrano via web. Gli apparati di sicurezza, ancor più dopo i fatti di Tunisi, temono gesti di emulazione di attentatori fai-da-te, ispirati dai proclami mediatici e brutali dell’Is... Il rischio esiste. Rispetto alla 'vecchia' al-Qaeda, l’immagine 'spersonalizzata' proiettata dall’Is è in grado di fare maggior proselitismo: gli attacchi messi in atto non hanno il grado di difficoltà di quello contro le Twin Towers, bastano armi automatiche o modeste dosi di esplosivo. E non occorre neppure identificarsi nel Califfo, come accadeva con Osama bin Laden. Basta trovarsi in sintonia coi proclami di odio sanguinario lanciati nei video del sedicente Stato islamico... Per il Garante della privacy Soro c’è il rischio che le indagini via web possano trasformarsi in un’eccessiva 'invasione' dei pc di molti utenti. Cosa ne pensa? Trovo che siano perplessità fondate. Perciò, io e altri deputati stiamo lavorando a un emendamento che limiti il tempo di conservazione dei dati, per ora fissato a 24 mesi, e che contenga le possibilità di intromissione nel pc: se qualcuno è indagato per un messaggio con contenuti integralisti, l’investigazione informatica dovrebbe limitarsi a quel tipo di dati. C’è pure chi sostiene che il provvedimento dia eccessivi poteri all’intelligence. È d’accordo? In questo caso no. Contro il terrorismo 'asimmetrico', l’intelligence svolge un’opera preziosa, con un’attività canalizzata in atti di polizia giudiziaria, vagliati dalla magistratura. E in tal senso è fondamentale l’istituzione della procura nazionale anti terrorismo presso la Direzione nazionale antimafia: farà da 'collegamento' fra le varie procure italiane, e sarà attenta ai dati raccolti dai servizi segreti, canalizzati dalla polizia giudiziaria. Manca però un altro tassello per completare l’opera... Quale? La nuova procura, finalmente direi, rappresenterà l’Italia nelle riunioni con gli uffici centrali di altri Paesi. Ma occorre che il Parlamento recepisca rapidamente una direttiva europea per consentirle di essere il 'focal point' nei rapporti con Eurojust, che altrimenti non avrebbe un unico interlocutore nazionale.
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