lunedì 2 febbraio 2015
​Da Sacconi a Quagliarello alla De Girolamo: cresce l'ala del dissenso sulla scelta di votare Mattarella. Il partito ad un bivio tra il sostegno al governo e la ricostruzione del vecchio centro-destra.
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​​Chi rompe paga e i cocci sono suoi. Ecco, nel Nuovo Centrodestra, due giorni dopo l'elezione di Sergio Mattarella al Colle, di fratture da ricomporre ce ne sono parecchie, fuori e dentro al partito. Maurizio Sacconi conferma le dimissioni da capogruppo di Area Popolare al Senato mentre Giuliano Cazzola, candidato alle Europee lo scorso anno nel collegio del Nord Est e il senatore bolognese Filippo Berselli, annuncia il divorzio da Ncd. Un andazzo che fa andare su tutte le furie il moderato Angelino Alfano che in serata interviene deciso: "non trattengo nessuno, chi ci sta ci sta". A pesare, all'indomani dell'elezione al Colle di Sergio Mattarella, è il cappotto rifilato da Matteo Renzi ad alleati e avversari. Fibrillazioni che Alfano cerca di arginare rivendicando il suo ruolo: "Ho deciso io di votare Sergio Mattarella, sono convinto di aver fatto bene". Ma il partito è attraversato dai malumori. "Per il premier - tuona Sacconi - ogni rapporto politico è come un taxi per una specifica corsa, ma ogni corsa ha un prezzo". "Non è in discussione - ribadisce - la mia leale amicizia e collaborazione con Alfano, quanto piuttosto il nostro rapporto con il premier e segretario del Pd e il suo metodo cinico dei rapporti politici variabili". Intervistato dal Corriere della Sera Sacconi alza il tiro: "dobbiamo essere pronti a uscire dal governo, Renzi è il leader sinistra unita, sfidiamolo insieme a Berlusconi". Concetto ribadito dal coordinatore Gaetano Quagliarello (intervistato da Il Mattino) che sottolinea come il partito sia ad un bivio: dobbiamo decidere se restare al governo oppure perseguire una ricomposizione del centrodestra. "Oggi si comincia un lavoro duro su noi stessi e su ns rapporto col governo.Il cambio deve essere profondo e riconoscibile,no tatticismi #Ncd"". Così in un tweet il senatore Roberto Formigoni. A Renzi "diciamo che non siamo abituati a fare né siamo nati per fare i cespugli". manda a dire Maurizio Lupi interpellato al Pirellone. "Non siamo attaccati alle poltrone - ha aggiunto parlando di Ncd - maneanche abituati a fare i tappettini. I 'cespuglì hanno permesso con responsablità la nascita dei governi Letta e Renzi". Insomma, il rischio di morire renziani per un pezzo di Ncd è intollerabile. Soprattutto ora che a destra si aprono ampi spazi per la Lega di Matteo Salvini. Un dato che mette in grande fibrillazione il Nuovo centrodestra e apre un vero e proprio Rebus sul futuro delle alleanze tra i moderati. Il segretario leghista gira il coltello nella ferita e annuncia la fine dell'accordo al Nord, dove il Carroccio governa con i centristi. "Preferisco - dice Salvini - perdere qualche voto che fare ammucchiate". Insomma, il leader della Lega mette il turbo e punta al ruolo di king maker del centrodestra. Intanto, fa anche campagna acquisti a scapito proprio di Ncd, se è vero che la portavoce dimissionaria Barbara Saltamartini, che proprio stamattina ha avuto un lungo colloquio con Alfano, starebbe per approdare al Carroccio (e un 'big' come Nunzia De Girolamo smentisce in un tweet di voler fare altrettanto). "Credo che il primo rapporto da ricucire è quello con noi stessi", sottolinea allora Rocco Buttiglione.
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