giovedì 7 marzo 2013
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Napolitano «ha gradito», toni e contenuti dell’intervento di Bersani. Le proposte che il segretario in serata, subito dopo la conclusione della direzione del partito, gli ha comunicato telefonicamente. E anche questo è stato «gradito» dal presidente. Telefonata non scontata, soprattutto dopo le incomprensioni dei giorni scorsi. Certo il segretario del Pd ha confermato la sua "candidatura" a Palazzo Chigi, niente di nuovo, dunque, ma non l’ha posta «come unica alternativa», riflettono sul Colle. E l’incarico a Bersani è quindi definito «molto probabile» anche se, si aggiunge prudentemente, «è presto per dirlo, è prematuro». Napolitano ha seguito con molta attenzione l’inusuale direzione trasmessa via streaming (così come aveva fatto per l’assemblea degli eletti grillini). E quel «abbiamo rispetto e piena fiducia» nel lavoro del capo dello Stato, assicurato da Bersani, viene letto come un’apertura ad altre soluzioni. Perlomeno, non come una chiusura netta. Insomma, si commenta, «non è un "o così o è il diluvio"». E ci potrebbe essere spazio anche per «un piano B». Anche perché la direzione non è stata solo Bersani e Napolitano ha sicuramente colto le sfumature (dai più duri come i "giovani turchi" di Fassina ai mediatori come il vicesegretario Enrico Letta). Ma anche la presenza silenziosa di Matteo Renzi e quel suo allontanarsi, rinunciando al previsto intervento.Clima rasserenato, dunque, tra Bersani e Napolitano. E questo rende un po’ meno disagevole l’impegno, già da <+corsivo>mission impossible<+tondo>, che attende il presidente da martedì prossimo, quando potrebbero iniziare le consultazioni al Quirinale. Con la disponibilità a ricevere anche Grillo, oltre ai capigruppo del M5S, «se lo vorrà». «Lo prevede la prassi», si spiega aggiungendo che «è lui il leader del movimento, è scritto anche nel simbolo, è sulla Gazzetta ufficiale». Un evidente segnale.In questa fase Napolitano registra tutte le posizioni delle forze politiche e ragiona su più scenari avendo come obiettivo la governabilità del Paese. Come ha più volte spiegato «bisogna dare un Governo all’Italia» e lui le proverà tutte. «Rivotare non mi interessa», ha detto in modo netto. Dunque, il presidente "osserva", in quella «fase preparatoria» che come ha sottolineato martedì, dovrà permettere ai partiti di presentarsi con proposte concrete e fattibili, e a lui di farsi un’idea sulle prossime mosse. Per poi trovare una sintesi. Ma al Quirinale nessuno si sbilancia e, anzi, si commentano con ironia le tante ipotesi cha appaiono sui giornali. Il presidente osserva l’esito della direzione del Pd, così come le mosse del M5S, e osserverà con altrettanta attenzione l’esito delle prime sedute di Camere e Senato, e l’elezione dei due presidenti. Per capire clima, chiusure o spiragli.
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