mercoledì 27 maggio 2015
Il sindaco di Assisi, sostenuto da un insolito asse che va da Ap alla Lega, contende la poltrona a Catiuscia Marini del Pd, a sostegno della quale oggi arriva il premier Renzi.
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Stamattina, a spingere Catiuscia Marini verso la riconferma alla guida della Regione, ci sarà Matteo Renzi in persona. Alle 10 il premier salirà sul palco del teatro Pavone di Perugia per ricordare il lavoro svolto in questi cinque anni dalla presidente uscente. La governatrice, per ottenere un secondo mandato, punta sullo slogan 'Dare più forza all’Umbria'. E in un programma articolato in 12 punti promette il completamento dell’opera iniziata nel 2010. Tanti e ambiziosi sono gli obiettivi: dalla creazione di maggiore occupazione agli incentivi alle imprese più innovative; dal-l’offerta di un welfare più efficiente e inclusivo all’intenzione di investire nel turismo. I principali antagonisti di Marini sembrano essere due: il candidato del centrodestra Claudio Ricci, 50 anni, sindaco di Assisi, e il 38enne Andrea Liberati per il M5S. Il primo - sostenuto da una larga alleanza nata sul territorio (con liste che vanno da Area Popolare e arrivano fino alla Lega Nord) - vorrebbe riproporre su scala più ampia il modello impostato ad Assisi. Sul piano economico si annuncia un risparmio di almeno il 10% del bilancio disponibile per i primi tre anni e un azzeramento degli sprechi in modo da ridurre le tasse (a partire dall’addizionale Irpef). Il candidato dei Cinque Stelle, invece, sventola le stesse bandiere che i grillini eletti in Parlamento agitano sul piano nazionale: un reddito minimo di cittadinanza, un protocollo anticorruzione sugli appalti e un netto 'no' agli inceneritori per lo smaltimento dei rifiuti. Nei programmi dei vari candidati, insomma, vengono toccati quasi tutti i temi chiave che caratterizzano l’Umbria di oggi. Nella Regione situata nel cuore della Penisola, gli effetti della crisi economica globale si sono fatti sentire eccome. Anche se, probabilmente, le conseguenze negative appaiono meno violente rispetto ad altre zone d’Italia. La delicata vertenza delle acciaierie di Terni (Ast) e i 1.500 licenziamenti della ex Merloni sono diventati i simboli per eccellenza dell’emergenza lavoro. Comunque, il tasso di disoccupazione nel 2014 era dell’11,3%, cioè in aumento di un punto rispetto all’anno precedente ma pur sempre sotto la media nazionale del 12,7. Gli altri dati sull’economia della Regione non sono 'freschissimi'. Nel periodo 2010-2012 (l’ultimo analizzato dal Centro elaborazione e controllo della regione) il Pil complessivo si è ridotto mediamente dello 0,72% all’anno. Nello stesso triennio, il reddito pro capite ha subito una lieve riduzione: in media dello 0,1%. È altamente probabile che, da allora a oggi, ci sia stata un’ulteriore flessione di questi indicatori. In sintesi, quindi, si potrebbe affermare che l’Umbria ha sofferto. Sebbene - tutto sommato sia riuscita a non crollare di fronte ai duri colpi inferti dalla crisi. Certo, i problemi non mancano. Da anni, per esempio, si attende la realizzazione di alcune infrastrutture che, nei casi migliori, non sono state completate, mentre nei peggiori devono ancora partire. Di questi argomenti si discuterà anche nel tardo pomeriggio di oggi con il ministro Graziano Delrio, che interverrà a un doppio incontro (il primo a Perugia e quello successivo nella vicina Trevi). Sono molte le grandi opere in cantiere: dalla Orte-Civitavecchia (il cui finanziamento è stato inserito in un allegato del Def), fino alla trasformazione della E45 in autostrada, tanto per citarne due.  Infine, c’è il capitolo turismo. La Regione ha appena lanciato il nuovo portale on-line per «far conoscere una terra dai mille volti». Da una recente indagine, inoltre, è emerso come negli ultimi trent’anni gli arrivi siano passati da 910.917 a 2.193.305 e le presenze da 3.313.029 a 5.957.628. Ovviamente durante la crisi i numeri sono calati. Ma adesso che il ciclo economico è tornato positivo, il comparto può rappresentare un importante volano di sviluppo. Soprattutto, essendo la terra di San Francesco e di tantissimi luoghi di culto, sarebbe strategico investire nel turismo religioso, potenziando la rete di infrastrutture e l’offerta ricettiva che già c’è. In questo senso, il Giubileo della misericordia indetto dal Papa può essere un’occasione.
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