giovedì 27 agosto 2015
COMMENTA E CONDIVIDI
Una volta inserita, nella premessa, la scelta del nuovo istituto giuridico distinto dal matrimonio, ora il ddl Cirinnà va modificato. Lo ribadisce Stefano Lepri vice-capogruppo al Senato del Pd e riferimento politico della trattativa in corso sulle unioni civili. Lancia però un messaggio a Ncd: «L’ostruzionismo non aiuta. Il Pd si aspetta una proposta chiara, altrimenti nella dinamica parlamentare il rischio, se non si trova un accordo nella maggioranza, è che vengano percorse strade diverse ». Perché, come ribadito da Graziano Delrio a Rimini, il Pd ha intenzione di andare avanti, «e - chiarisce Lepri - l’impegno di approvare la legge entro l’anno non è in discussione». L’emendamento approvato all’articolo 1 per dar vita a un «istituto giuridico originario » è una buona premessa per la mediazione? Credo proprio di sì. Il Pd lo ha approvato, e la relatrice Monica Cirinnà è consapevole che ora c’è coerentemente bisogno di intervenire sul testo. Testo che in larga misura, nella stesura attuale, è un mero rimando alla disciplina del matrimonio. Bisogna infatti riformulare gli articoli 2, 3 e 4, che regolano essenzialmente la parte patrimoniale, la convivenza sotto lo stesso tetto e la reciproca assistenza. Cirinnà farà le sue proposte, poi nella dinamica dei subemendamenti si potrà arrivare alla formulazione migliore e più condivisa. Quali nodi ci sono, in questa parte del testo? Io penso ad esempio che vada esclusa l’ipotesi di deroga nel caso di minore età dei partner, come avviene per il matrimonio, possibilità legata essenzialmente al caso che ci sia un figlio in arrivo. Altro esempio, credo che la convivenza sotto lo stesso potrebbe non essere prevista come obbligo. Il nodo è sempre quello. Le unioni gay non sono naturalmente proiettate alla procreazione. Ma resta il diffuso timore che il testo lasci spazio alle adozioni, anche se formalmente le vieta. Quello attuale prevede la stepchild adoption - l’adozione del figlio del partner, ndr - ma personalmente penso che la soluzione migliore sia l’affido, che consente lo stesso una serie di tutele fondamentali per il minore, senza che si vada a configurare per lui una doppia maternità o paternità sulla carta di identità. Il partner non genitore diventa affidatario, con rinnovo automatico dopo 2 anni. A 18 anni, il ragazzo può accettare l’istanza di adozione. Ne ragioneremo, ma nel Pd non sono sono pochi a condividere questa proposta di emendamento. La sintesi verrà trovata? Sono fiducioso, ma anche Area Popolare deve trovarla al suo interno fra diverse sensibilità. Ci è stato assicurato che agosto sarebbe servito a ultimare questa riflessione, e ci aspettiamo dunque entro i primi di settembre una proposta chiara e univoca. Per evitare il rischio che si arrivi all’utero in affitto Quagliariello propone un esplicito divieto. Non credo che la strada sia praticabile. Va innanzitutto ricordato che la maternità surrogata può riguardare solo le unioni omosessuali tra due maschi. Ma il vero punto è un altro. Si tratta di una pratica che tocca, in misura prevalente - guardando all’esperienza dei paesi in cui è autorizzata - le coppie eterosessuali. Ora, senza mettere la testa sotto la sabbia rispetto alla possibilità che essa venga effettuata all’estero, la materia andrebbe regolamentata con un disegno di legge ad hoc. Su questo tema anche parte della cultura femminista concorda. Ma la questione non nasce con le unioni gay e non va usata per bloccarle. Lei vede, altrimenti, il rischio che si saldi una maggioranza diversa? Questo rischio è nei fatti, non c’è bisogno che lo sottolinei io. L’impegno di Renzi di arrivare all’approvazione entro l’anno è condiviso da tutto il partito.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: