martedì 20 ottobre 2015
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Un miliardo di euro: a tanto ammonta la manovra sui giochi, secondo quanto previsto dalla legge di Stabilità. Obiettivo confermato ancora da fonti di Palazzo Chigi ieri a tarda sera, via agenzia Ansa. Nel provvedimento non sarebbe infatti prevista alcuna nuova licenza per le slot machine ma l’esatto contrario: sono le 'vecchie' licenze in scadenza a venire messe a gara anziché essere semplicemente prorogate, permettendo così un incasso per lo Stato stimato in 500 milioni (il resto deriva dall’aumento del prelievo Preu). In mancanza del testo definitivo (dopo 4 giorni dal varo), restano tuttavia margini d’incertezza, alimentati dal fatto che il governo parla di sale slot, mentre finora si era parlato di un aumento – a 22mila unità in tutto – dei punti scommesse. Inoltre la presidenza del Consiglio conferma la gara, che prevede un nuovo 'sfruttamento' da parte dei concessionari per 9 anni, mentre la proroga avrebbe avuto comunque una durata più limitata. In attesa di maggiori certezze, sull’intero capitolo-azzardo si moltiplicano gli interventi negativi provenienti dal mondo della politica oltre che dalle associazioni. Proprio i «nuovi» punti scommesse hanno attirato ancora ieri le maggiori critiche: Luigi Di Maio (M5S) ha parlato di una manovra elettorale e lancia l’hashtag '#governocriminale'. Per Giorgia Meloni (FdI) il governo fa cassa sulla ludopatia. Dura Barbara Saltamartini (Lega): no allo Stato «biscazziere ». Critiche arrivano anche da Antonio De Poli, vicesegretario vicario dell’Udc, che è il primo firmatario di un ddl per mettere al bando le slot machine: «La ludopatia colpisce tre italiani su 100. È un’emergenza che non si può più ignorare ». Mentre Ignazio Messina (Idv) ha annunciato: «Proseguiremo la nostra battaglia per contrastare la diffusione del gioco d’azzardo: lo Stato non diventi biscazziere sulla pelle dei più deboli». Per Olimpia Tarzia, vicepresidente della Commissione Cultura della Regione Lazio e presidente del gruppo Lista Storace in Consiglio regionale, «il buon lavoro svolto da molte Regioni virtuose, tra le prime il Lazio, per contrastare il gioco d’azzardo patologico rischia di essere vanificato da un governo che, a quanto pare, vuole lucrare sulla pelle degli italiani incentivando l’uso di slot e videolottery». Riccardo De Corato, vicepresidente del Consiglio comunale di Milano e capogruppo di Fratelli d’Italia- Alleanza Nazionale in Regione Lombardia, ironizza sulla «coerenza del Pd: gli enti locali combattono la ludopatia e il governo centrale dà il via libera a nuovi centri dove giocare d’azzardo. Una porcheria». Critici anche i consumatori: Federconsumatori e Adusbef hanno giudicato «inammissibile l’intento di fare cassa facendo leva sulla disperazione dei cittadini, è un vero e proprio insulto». Intanto le numerose realtà della società civile riunite nella «Campagna contro l’azzardo» continuano a esprimere il loro «disappunto» per l’apertura di nuovi punti scommesse.
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