sabato 14 giugno 2014
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Infornata di nomine pubbliche al Consiglio dei ministri di ieri. Sarà una donna, Rossella Orlandi, a guidare l’Agenzia delle Entrate dopo la lunga e contrastata stagione di Attilio Befera. Sconfitto dunque Marco Di Capua, che sarebbe stata la soluzione interna gradita al ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan. Alla fine l’ultima parola è stata come al solito del premier, che ha voluto aprire, anche nei volti, una stagione nuova nel rapporto tra "esattori" e contribuenti. Quando si è espresso sul tema Renzi ha più volte detto di non gradire le «operazioni-spot» tipo Cortina e Ponte Vecchio, e di puntare su tecnologia e database incrociati. Una svolta che non poteva essere incarnata, si ragiona a Palazzo Chigi, da Di Capua, direttore vicario dell’Agenzia, ex ufficiale della Guardia di finanza - corpo oggi nell’occhio del ciclone - considerato, inoltre, proveniente dalla passata gestione Tremonti-Milanese.Chi la spunta è dunque "lady tasse", come l’hanno subito soprannominata i giornalisti, che è nativa di Empoli, e proviene sì da ruoli interni ma meno esposti. Ha svolto tutta la sua carriera professionale all’Agenzia, iniziando nel 1981 con l’entrata per concorso. Prima della nomina al vertice, Orlandi era il direttore regionale dell’agenzia del Piemonte. Il nome di Orlandi è sempre stato associato a Renzi (entrambi sono toscani, entrambi laureati in giurisprudenza all’Università di Firenze) e da ultimo si è saputo che a tifare per lei c’era anche Vincenzo Visco, l’ex ministro delle Finanze e dell’Economia di diversi governi del centrosinistra.Nelle scelte del governo molto ha contato la volontà di mettere delle donne in posti classicamente occupati da uomini, un po’ come accaduto con Mogherini e Pinotti agli Esteri e alla Difesa. È perciò Anna Genovese ad essere stata scelta come terzo commissario della Consob, l’autorità indipendente di vigilanza sulle società e la Borsa. Genovese è professore ordinario di Diritto commerciale all’università di Verona. Va ad occupare una casella scoperta da troppi mesi, una vacatio ingiustificabile visto che intaccava il plenum di un organismo di controllo delicatissimo.Gianni Alleva, romano, classe 1955, professore ordinario di Statistica alla facoltà di Economia all’università La Sapienza di Roma (ha anche avuto esperienze all’Agenzia spaziale italiana) è il nuovo presidente dell’Istat, istituto per il quale ha già lavorato. Succede a Enrico Giovannini, che aveva lasciato l’istituto di statistica per diventare ministro del Lavoro nel governo Letta. Tra l’altro Giovannini aveva presentato il curriculum per riprendersi la precedente poltrona, ma è stato respinto. Umberto Postiglione, campano, già prefetto di Palermo e commissario alla provincia di Roma, guiderà l’Agenzia per i beni confiscati ai mafiosi, il cui vertice era vacante ormai da tempo. Cambio della guardia anche all’Enit, l’Agenzia nazionale per il turismo. Al posto del dimissionario Pier Luigi Celli (già direttore generale della Rai) arriva un ingegnere nucleare, Cristiano Radaelli, vice presidente di Confindustria Digitale e Presidente di Anitec, l’associazione italiana dell’industria dell’Informatica, Telecomunicazioni and Elettronica di Consu
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