Come ogni vicenda che tocca Mediaset - e quindi Berlusconi -, i retroscena della politica si arroventano nell’ipotizzare una riedizione del Patto del Nazareno in salsa tv. Le parti in causa si sono affannate ieri a negare un’ipotesi del genere, dal muro subito alzato dal governo con la conferma che rimarrà in mano pubblica il 51% di Rai Way (su cui passerà il segnale pure della banda larga mobile) alla puntualizzazione, fatta filtrare da viale Mazzini, che l’offerta pubblica di Ei Towers si configura come 'non amichevole'. Si può immaginare che l’offerta sia stata avanzata già sapendo che non sarebbe stata accolta, per spuntare magari qualcos’altro come 'merce di scambio', ma qui entriamo nel campo della fantapolitica. Dopo aver sottolineato che la vera anomalia italiana resta la catena proprietaria unica fra titolari di reti di trasmissione, di frequenze e di 'contenuti editoriali', è bene però porsi qualche domanda sugli aspetti monetari, anche in relazione alle ricadute sui conti pubblici. Palazzo Chigi ha ribadito, nella sua nota, che l’offerta a 4,5 euro per Rai Way segna «l’apprezzamento da parte del mercato della scelta del governo di valorizzare la società, facendola uscire dall’immobilismo », e conferma che la quotazione di novembre 2014 fu «un successo ». Frasi che possono suonare però allo stesso tempo come una 'excusatio non petita': pur premettendo che un’Opa sul 100% di una società sconta comunque un premio rispetto alla quotazione di solo il 35% (questi furono i termini dell’Ipo di novembre), balza agli occhi che un titolo collocato dallo Stato a 2,95 euro appena 3 mesi fa sia ritenuto oggi pari a un valore di 4,5 euro, oltre il 50% in più. È giustificato chiedersi se non c’è stata una sottovalutazione del prezzo di collocamento, che ha fatto quindi perdere alle casse pubbliche almeno svariate decine di milioni di euro? E ancora, visto che le azioni Rai Way hanno subito un’impennata di oltre il 20% nelle ultime settimane, è azzardato ipotizzare un 'insider trading' da parte di chi sapeva? Perché l’unico effetto sicuro di questa vicenda, finora, è che c’è già chi ci ha guadagnato. E non poco.
