sabato 14 maggio 2016
Sostegno alla famiglia: lo dice la Carta
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«Il dato demografico toglie slancio all’Italia. Prospettiva. Ci penso sempre. Mi interrogo ogni giorno. Perché e per chi tutti questi sacrifici? Che senso hanno se non facciamo più figli?». Una smorfia amara taglia il volto di Gigi De Palo mentre una riflessione dura mette sul banco degli imputati il governo e chi lo guida. «Renzi capisce che se non cambia rotta rischia di essere il curatore fallimentare del Paese? Lui parla di sogni, di bellezza... Non possono essere solo parole. Non c’è bellezza senza figli. Non c’è futuro. C’è solo decadenza. Dov’è l’Italia? Dove va? Ogni anni nascono 20 mila bambini in meno. Nel 1964 ne nascevano un milione, oggi meno della metà». Dieci secondi di silenzio poi una nuova riflessione amara. «Colgo un’attenzione, una consapevolezza, anche uno sforzo di proposta del governo. Ma non bastano. Renzi ammette una drammatica emergenza demografica, riconosce la necessità di nuove politiche per la famiglia, ma non si può fermare ai titoli». Siamo nella casa romana del presidente del Forum delle famiglie. C’è rumore. I quattro bambini giocano. Si respira la vita mentre le domande si accavallano nette. «Dove va l’Italia senza figli?». Quell’interrogativo si lega a un’idea. A una soluzione che negli ultimi mesi si è costantemente affinata. «Fattore famiglia», ripete il presidente del Forum. E spiega: «Si tratta di individuare una 'no tax area familiare' che cresca secondo il numero dei componenti di quella famiglia». Capiamo la forza del progetto, De Palo però insiste. Ci guarda e recita a memoria, quasi meccanicamente, l’articolo 53 della Costituzione: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva». Ecco il punto: la capacità contributiva. Che dipende dal reddito disponibile, cioè 'pesato' secondo i carichi familiari. All’improvviso i ragionamenti lasciano il posto ai numeri. Il Forum ha un progetto, De Paolo lo spiega così: «La no tax area per un single potrà scendere a 7.200 euro. Per poi crescere in base al numero delle persone a carico: 11.520 con una, 15.840 con due, 20.160 con tre, 25.920 con quattro, 31.680 con cinque. La filosofia è chiara: più persone sono a carico, minore è la capacità contributiva e dunque più alta deve essere l’area di reddito esente da tasse. Se non si riconosce questo, si perpetua una grande ingiustizia». Ancora un messaggio a Matteo Renzi? La ricostruzione di un Paese e di un futuro passa dai figli. E chi crede nelle potenzialità di un Paese non ha paura di diventare padre o madre. Ma il governo deve capire fino in fondo l’emergenza e non mi pare che lo faccia. Per me- si e mesi ha messo la testa sulle unioni civili e ha dimenticato che troppe famiglie faticano a sopravvivere e che la grande sfida del presente è prenderle per mano. È eliminare le zavorre di un sistema ostile. È sostenerle. Le unioni civili sono legge, ma ora si fa largo un referendum abrogativo che si propone di cancellarla. Il Forum lo sosterrà? La legge sulle Unioni civili non mi convince per niente. Vedo contraddizioni, ambiguità, rischi. Ma voglio restare concentrato sull’unica vera priorità: la famiglia. La sfida è costruire, non distruggere. E guai se qualcuno pensasse di bilanciare gli effetti di una legge ingiusta e inutile come la Cirinnà con un qualche piccolo segnale alla famiglia. Serve un progetto vero, forte, articolato, un impegno corale del governo. E tutto questo serve ora, è vietato rinviare. Ma la 'no tax area familiare' costa e la crisi è tutt’altro che passata… È tutto vero, ma è anche vero che tutto dipende dalla volontà politica. C’è questa volontà? Renzi capisce questa emergenza? In Francia il quoziente familiare è stato introdotto durante la Seconda guerra mondiale. E noi? È vero, la no tax area familiare costa. A regime saranno 14 miliardi di euro. Ma la soluzione c’è: il progetto può essere avviato e portato avanti con gradualità. In una prima fase si potrà rimodulare il bonus da 80 euro in funzione del carico familiare: avremmo già 10 miliardi disponibili per un prima applicazione che andrebbe a sostituire integralmente l’attuale sistema di detrazioni per i figli a carico. Poi avanti per arrivare a regime in cinque anni. Facciamolo perché è ora di mettere qualche euro nelle tasche delle famiglie che non ce la fanno. E che lasciano l’Italia... Ogni anno 100 mila giovani fuggono da questo Paese per realizzare i loro sogni lavorativi. Un’emorragia drammatica con conseguenze gravi sul sistema Paese: i nostri figli vanno a pagare il debito estero di un paese concorrente. È inaccettabile. Non ho messo al mondo quattro figli per vederli su Skype. Non mi rassegno a vederli emigrare perché qui non trovano risposte. Le risposte ci possono essere, ci devono essere. Solo così salviamo il nostro Paese.
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