sabato 25 febbraio 2012
È polemica sulla proposta di legge in base alla quale basterebbe un solo anno di separazione per ottenere il divorzio contro i tre necessari attualmente. Dopo ilsorprendente via libera in Commissione giustizia alla Camera di giovedì, con tanto di voto bipartisan, a seguito delle sollecitazioni di "Avvenire" e del duro intervento della Cei e del Forum della associazioni familiari, la politica ha iniziato a esprimere qualche perplessità sulla norma.
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È polemica sulla proposta di legge per il “divorzio breve”, che giovedì ha ottenuto un sorprendente via libera in Commissione giustizia alla Camera, con tanto di voto bipartisan sia dei deputati del Pdl che del Pd. Ieri, dopo le sollecitazioni di "Avvenire" e del duro intervento della Cei e del Forum della associazioni familiari, è stata proprio la politica a esprimere qualche perplessità sulla norma (il testo, lo ricordiamo, prevede che basti un solo anno di separazione per ottenere il divorzio contro i tre necessari attualmente).A cominciare dal Pdl, col vice presidente della Camera Maurizio Lupi: «Non siamo davanti a una norma di civiltà, come qualcuno sta sostenendo, ma ad uno strano paradosso – ha detto Lupi –. Da un lato abbiamo una Costituzione che sancisce in maniera inequivocabile l’importanza della famiglia fondata sul contratto matrimoniale, dall’altro il Parlamento cerca, nascondendosi dietro motivazioni “umanitarie”, di trasformare questo contratto in carta straccia».A fargli eco, il collega e presidente dei senatori del Pdl Murizio Gasparri: «La banalizzazione del matrimonio mi pare una scelta superficiale – ha detto – e non è cosa saggia facilitare la separazione. Sono sorpreso da questa accelerazione: chiederò che il Pdl esamini questo problema, ma non per essere bacchettoni reazionari.Il matrimonio lampo che si risolve in un battito d’ali – ha sottolineato ancora Gasparri – mi pare che non sia una scelta seria». Sul “divorzio breve” ieri è tornato anche il Forum delle famiglie, con un comunicato durissimo, in cui si puntano i riflettori sui rischi di una norma «che rischia di rendere il divorzio poco più che uno scambio di carte bollate col timbro del giudice». «Non si tratta – ha spiegato il presidente Francesco Belletti – di mettere i bastoni tra le ruote alle coppie che vogliono dividersi definitivamente né tantomeno svolgere un ruolo punitivo nei loro confronti. La domanda-obiettivo sociale da porsi in maniera prioritaria dovrebbe essere "quanto aiutiamo le coppie in difficoltà a restare insieme" piuttosto che facilitare il più possibile la rottura?».
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