domenica 14 dicembre 2014
L'associazione Papa Giovanni XXIII propone "800 euro al mese alle mamme per 3 anni: solo così il Paese riparte". E indica anche dove trovarli. Ecco dove si può firmare.
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«Caro presidente Renzi, manca uno zero: non 80 ma 800 euro al mese alle mamme, fino al terzo anno di vita del figlio». È questo il contenuto della petizione on line lanciata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, che si può firmare qui.  Alla base della petizione c’è la consapevolezza che senza figli non c’è crescita e l’Italia sta già morendo di vecchiaia. «A una vera emergenza occorre rispondere con una scelta forte e precisa – spiega Paolo Ramonda, responsabile generale della Comunità –. Come diceva il nostro fondatore, don Oreste Benzi, la mamma che fa soltanto la mamma lavora, anzi il suo è il lavoro con la 'L' maiuscola. Senza figli non si va da nessuna parte, vogliamo dire ai politici di smettere di fare convegni sulla famiglia ma di dare uno stipendio alla maternità (o alla paternità), solo così l’economia prenderà il volo e il Paese ripartirà». Il crollo della natalità, infatti, come rilevano da tempo (inascoltati) alcuni economisti, affossa i consumi e rende insostenibile il sistema pensionistico, oltre a rubare la speranza a una popolazione sempre più ripiegata su se stessa. Eppure più gli esperti indicano nelle nascite l’antidoto alla morte lenta della nostra società, più la denatalità è un’epidemia inarrestabile: abbiamo raggiunto il minimo storico di 514mila bambini l’anno, talmente pochi da non riuscire a compensare i decessi e a consentire il ricambio generazionale. Uno 'spopolamento' reso ancora più paradossale dagli oltre 100mila aborti annui... Alla base due fattori: quello economico, che si risolve proprio dando aiuti reali (si stima siano necessari 171mila euro per crescere un figlio fino alla maggiore età), e quello culturale, la caduta del valore della maternità, una tendenza che lo 'stipendio alle mamme' contribuirebbe rapidamente ad invertire: «Così proponiamo gli 800 euro al mese per 3 anni alle donne italiane o residenti in Italia da almeno tre anni e sotto una certa soglia di reddito che andrà stabilita. Avrebbe effetti immediati sul benessere della famiglia ma anche sulla percezione del valore della maternità e quindi sulla fiducia nel futuro», spiegano alla Papa Giovanni XXIII.  E lo fanno conti alla mano: le mamme con bimbi fino a 3 anni sono circa 1,6 milioni; se, a partire dalle più bisognose, si desse loro un contributo mensile di 800 euro netti, la spesa totale sarebbe di 14 miliardi l’anno e il modo per reperirli è presto detto: 3 miliardi ci sono già, in quanto corrispondono alle attuali erogazioni dell’Inps a favore della maternità e «finanziare con questo importo lo stipendio alle mamme eviterebbe sovrapposizioni tra i due contributi». Altri 5 miliardi derivano dalla rimodulazione degli attuali 80 euro al mese, oggi a favore anche delle classi medie con più di un reddito: «Si potrebbero escludere i single e le coppie senza figli a carico, ovvero circa la metà degli attuali beneficiari ». Un altro miliardo si ricava dai tagli al costo della politica, che è pari all’1,5% del Pil (mentre le politiche a favore della famiglia sono solo l’1,2% del Pil, addirittura la metà della media europea!): «Basterebbe limare gli stipendi dei consiglieri regionali e dei parlamentari per recuperare agevolmente il miliardo». Infine gli ultimi 5 miliardi arriverebbero dalle transazioni finanziarie, tassate con un’aliquota dello 0,05%.  I conti tornano, e d’altra parte quando il malato è gravissimo bisogna smettere di parlare e correre ai ripari. Basterebbe guardare all’esempio francese. Se storicamente le politiche in Italia hanno sempre penalizzato la famiglia, la Francia fin dal dopoguerra, spaventata dalla bassa natalità, ha imparato la regola dai demografi: è il terzo figlio a fare la differenza, fino a due figli non c’è ricambio generazionale. «Angelina Jolie e Brad Pitt, presa la residenza in Francia per alcuni mesi per girare un film, si sono visti recapitare da Parigi 1.800 euro al mese per tutto il periodo, perché la legge francese non guarda in faccia nessuno e dalla nascita al 18° anno di età dà un contributo a tutti. Oltre alla family card  e ai benefici fiscali del quoziente familiare». Da noi già uno zero in più sarebbe una manna.
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