mercoledì 22 ottobre 2014
​Massima spesa (1 miliardo) nel 2017-2018. Ma il ministero dell'economia può abbassare la soglia di reddito se i costi aumentano. Lorenzin: torniamo a investire sul futuro del Paese.
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L’ultima versione dell’articolo 14 della legge di stabilità, quello dedicato al bonus bebè, allarga il beneficio dei 960 euro annui anche ai genitori dei bambini adottati tra il primo gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017, qualsiasi età abbiano. Il testo prevede anche una clausola di salvaguardia per cui il ministero dell’Economia, verificati eventuali scostamenti dalle risorse stanziate, provvede a cambiare la posta oppure ad abbassare il tetto di reddito sotto il quale si ottiene l’incentivo. Le conferme. Il bonus, come ampiamente previsto, 'premia' i bimbi nati a partire dall’1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2017. Ne potranno usufruire dal primo giorno di vita sino al compimento del terzo anno i nuclei familiari con redditi inferiore ai 90mila euro annui. Il tetto dei 90mila salta dal quinto figlio in poi, dunque rientrano nel beneficio anche le famiglie molto numerose con reddito alto (caso non molto frequente, certo). L’assegno è corrisposto dall’Inps su base mensile, ed equivale a circa 80 euro ogni trenta giorni. Per diventare operativa, la misura ha bisogno di un decreto non regolamentare del presidente del Consiglio dei ministri concertato con il Mef e i ministri della Salute e del Lavoro. I nuclei che possono fare richiesta devono essere composti da cittadini italiani o di uno Stato Ue o da extracomunitari con permesso di soggiorno. La novità. Gli 80 euro mensili vanno a sostenere anche a chi opta per la coraggiosa scelta dell’adozione. Il bonus inizierà ad essere erogato dal mese in cui il bimbo o il ragazzo, qualsiasi età abbia, entra nel nucleo familiare. Durerà 3 anni. Resta il limite dei 90mila euro. Le previsioni di spesa. Il nuovo articolo 14 calcola con precisione quanto costa il bonus. 202 milioni di euro per il 2015, 607 per il 2016, 1 miliardo per il 2017 e il 2018, 607 milioni per il 2019, 202 milioni per il 2020. Evidente la parabola dei costi. Essendo l’incentivo valido dal primo giorno al compimento del terzo anno di vita, la massima spesa è nei due anni intermedi. I nati il 31 dicembre 2017 saranno gli ultimi a godere dei 960 euro annui. La clausola. L’Inps provvede al monitoraggio dei maggiori oneri non previsti. In caso di scostamenti, un decreto del ministro dell’Economia concertato con i ministri del Lavoro e della Salute «provvede a rideterminare l’importo annuo e il limite reddituale». Inizialmente il potere di modificare le poste era stato affidato alla presidenza del Consiglio, ora è passato al Mef e questo potrebbe far temere interventi di tipo prettamente contabile. La scelta politica. «I 960 euro annui – spiega il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha portato la proposta in Cdm – sono parte integrante del rilancio del più antico progetto al mondo: la famiglia. Dal 2008 al 2013 sono nati 62mila bambini in meno, l’equivalente di Matera, e le cose stanno peggiorando. Ora torniamo a investire sul futuro del Paese».
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