mercoledì 9 marzo 2016
​Orfini: basta polemiche, direzione Pd il 21. I vertici: risultato non cambia. Aperta inchiesta.
Cassonetti e urne (Antonio.M.Mira)
Un brutto finale per la città (GUARDA IL VIDEO)
Primarie a Napoli, Bassolino presenta ricorso
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Alla fine Antonio Bassolino si è deciso e ha presentato il suo ricorso contro «i gravi episodi avvenuti nelle primarie di domenica». Un gesto per «rispettare la libertà e la dignità delle persone è un requisito irrinunciabile della democrazia», scrive in una nota l’ex governatore della Campania. Il fatto è noto. Alcuni video hanno immortalato solerti notabili Pd - e anche ex esponenti politici di centrodestra - intenti a 'suggerire' il voto a favore di Valeria Valente (candidata dei renziani e dei 'giovani turchi'), mettendo a disposizione anche la monetina di un euro da donare al partito (e in alcuni casi, a quanto pare, anche un’offerta più sostanziosa di 10 euro). Fatti accaduti - stando ai video - in 4-5 seggi della periferia napoletana, ma rilevanti poiché lo scarto finale tra la vincitrice Valente e Bassolino è stato di appena 400 voti. Al punto che la procura di Napoli ha aperto un fascicolo per verificare se vi siano o meno ipotesi di reato. Il ricorso già oggi sarà analizzato dalla commissione di garanzia della coalizione di centrosinistra. La decisione più drastica potrebbe essere quella di annullare i voti espressi nei seggi sospetti. Dato lo scarto ridotto tra Valente e Bassolino, l’esito delle primarie potrebbe anche capovolgersi. A convincere l’ex sindaco ed ex governatore a contestare l’esito della consultazione è stato il suo staff e una profonda delusione verso Valente, sua figlioccia politica. «Sono disgustato dalle immagini di fanpage.it. È un mercimonio, una ferita profonda », diceva in mattinata prima di maturare la decisione finale e con un evidente riferimento ad alcuni consiglieri comunali del Pd pro-Valente che appena sette giorni fa erano nel suo comitato elettorale. Poi, appunto, il ricorso. Oltre il quale, però, Bassolino non vorrebbe andare, respingendo - questa è l’aria che tira - l’invito che gli viene da pezzi di sinistra a presentare comunque una sua lista civica per le comunali.  È chiaro che ciò che accade a Napoli si intreccia con gli umori romani. I vertici del Pd rifiutano ogni «delegittimazione » delle primarie. E il presidente dem nonché commissario di Roma - Matteo Orfini annuncia, d’accordo con Renzi, una direzione nazionale il 21 marzo su tutti i temi annessi e connessi alle primarie e alle amministrative. Insomma, il premier vuole chiudere le polemiche e tutte le richieste di congresso anticipato con un voto schiacciante e definitivo della sua maggioranza. In ogni caso dal segretario provinciale di Napoli Venanzio Carpentieri alla coordinatrice regionale Assunta Tartaglione, sino ad arrivare al vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini, sono tanti i «no» all’ipotesi di annullare tutto. «È inaccettabile che si mettano in discussione i risultati – tuona Guerini –. Se saranno accertati singoli e isolati casi di irregolarità, saranno giudicati da organismi di garanzia che solo noi abbiamo ». Anche l’attuale presidente della Campania,Vincenzo De Luca, riduce tutto a « babbarie », ovvero sciocchezze, inezie. La stessa Valente in diverse interviste chiede «chiarezza, trasparenza e determinazione » ma riafferma la sua vittoria: «Ho più chances di Bassolino». Insomma, la linea è che non è accaduto niente che possa capovolgere la vittoria di Valente. Possibile, invece, che ci siano provvedimenti disciplinari contro i notabili dem protagonisti degli episodi.  «E Renzi che ne pensa?», si chiedono in tanti in queste ore. Il premier-segretario si rivede nella linea Guerini- Orfini e osserva che chi oggi protesta in altre primarie ha animato ben altri «fattacci». Tuttavia, non parlerà prima di valutare la reale eco mediatica della vicenda-Napoli e le ripercussioni a sinistra della vittoria di Giachetti a Roma. Per il momento, la linea è che si tratta di una «vicenda locale» e che, in ogni caso, «chi perde non si deve portare via il pallone». Come accadde in Liguria l’anno scorso spianando la strada al berlusconiano Toti.
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