giovedì 26 marzo 2015
Il presidente del Senato Grasso: troppi rinvii, basta. Il Senato fissa la data per l'ok finale. Il ministro Orlando a Ncd: è una battaglia comune.
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La tensione tra Ncd-Ap e Matteo Renzi, dopo gli scontri sulla prescrizione, non frena il ddl anticorruzione al Senato, dove i voti della maggioranza sono sempre risicati. Il testo, fortemente voluto dal presidente Pietro Grasso, pure modificato rispetto a quello presentato da lui stesso due anni fa, sarà votato mercoledì prossimo. Solo un piccolo slittamento rispetto alla richiesta dei Cinquestelle, che con Nicola Morra avrebbero voluto chiudere la pratica già domenica prossima. Dopo scontri, rinvii e accuse, il compromesso si raggiunge dunque per la prossima settimana, anche nella speranza di una distensione dei rapporti tra Pd e Ncd, ancora spaccato dopo le dimissioni forzate di Maurizio Lupi e le polemiche sulla legge che allunga i tempi di estinzione dei reati. Ancora ieri il ministro del’Interno Alfano insisteva sul vero nodo, ovvero «la durata dei processi». Ma al Senato il titolare della Giustizia Andrea Orlando, che aveva già mediato alla Camera sull’altro provvedimento, ieri ha cercato toni morbidi per suggellare l’alleanza. «L’approvazione del ddl mercoledì prossimo è un traguardo finale sul quale Ap si è impegnata con serenità e senso di responsabilità – commenta il capogruppo al Senato Renato Schifani - perché uno dei punti di forza della nostra linea politica è il contrasto alla corruzione senza sé e senza ma». E allora Orlando conferma: «Mai avuto dubbi che si sarebbe proceduto in tempi brevi, per il ddl anticorruzione nessun timore dal Nuovo Centrodestra». Del resto, ragiona il Guardasigilli, «il relatore è dell’Ncd, il testo è concordato con l’Ncd: non vedo con chi dovrebbero dare battaglia. Credo che tutti insieme la battaglia dovremmo darla alla corruzione». Esattamente «ciò che stiamo facendo!», twitta il coordinatore centrista Gaetano Quagliariello.  Insomma, nel giorno in cui il testo viene portato in aula a Palazzo Madama, la vera sconfitta è Forza Italia, che si vede respinte le pregiudiziali di costituzionalità e i tentativi di prolungare i tempi di approvazione a dopo Pasqua. Quanto allo slittamento alla prossima settimana, Luigi Zanda, capogruppo pd, minimizza. Non c’è «nessun rinvio», dice. «Sono i tempi delle procedure parlamentari, indicati da Grasso nella capigruppo ». Se poi il presidente del Senato si era lamentato in questi giorni per i «troppi rinvii», Zanda replica: «I calendari si fissano nelle capigruppo, non ai convegni».  Piuttosto qualche perplessità la solleva la presidente della commissione Affari Costituzionali Anna Finocchiaro: «Non devo spendere parole sul peso della corruzione sul sistema Italia. Il fenomeno è un macigno che limita la competitività italiana nel mondo. Ritengo importante e positivo il provvedimento che stiamo discutendo». E però «io credo che la soluzione di questo problema non si trovi solo nel codice penale», ma «il tema fondamentale credo sia la prevenzione del fenomeno corruttivo e resto convinta che il nostro Paese disponga degli strumenti adeguati per fare questo».
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