sabato 7 dicembre 2013
​Al-Jazeera diffonde il filmato (guarda nell'articolo), La superiora: portate via dal convento per evitare le bombe. Nessun riferimento alla richiesta della Brigata Qalamoun di uno scambio con 1000 detenute. (Camille Eid)
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A quattro giorni dalla loro "scomparsa" da Maalula, le monache del monastero greco-ortodosso di Santa Tecla sono riapparse in un video diffuso ieri da al-Jazeera, ma probabilmente risalente – secondo la stessa tv – al giorno prima. Nel video della durata di circa 4 minuti, intervengono diverse monache (che appaiono sedute su diverse poltrone in un vasto soggiorno) e affermano che «stanno bene», che ricevono un «ottimo trattamento» in «una villetta bellissima». Le suore sono apparentemente rilassate, in buone condizioni, e lasciano persino scappare qualche risata. La madre superiora, Pelagia Sayyaf, si è detta grata a tutti coloro che si sono preoccupati per la loro incolumità, «cosa che ci riempie il cuore e ci prova che siamo sempre presenti nei loro pensieri». Poi ha aggiunto – non si sa in che condizioni di pressione psicologica – che la decisione di lasciare il monastero è stata dettata dal rischio di trovarsi investite da un intenso bombardamento. Motivo per il quale, ha detto, «le 13 monache e 3 laiche» hanno dovuto accogliere l’invito dei «giovanotti» a lasciare la località, lo scorso 2 dicembre, e a seguirli verso una destinazione più sicura. Sull’identità del gruppo che li «ospita» attualmente e la località in cui si trovano, nessuna indicazione. Nessun cenno pure alle condizioni che sarebbero state poste per il rilascio dal portavoce del gruppo ribelle "Brigate Qalamoun Libero": la «liberazione di mille donne siriane rinchiuse nelle prigioni» del regime. Anzi, due suore precisano «che andranno via fra due giorni». Tuttavia, invitata dal militante-reporter (che non compare nel filmato) a rivolgere un messaggio ai suoi cari, una monaca si lascia sfuggire: «Ci rilasceranno fra due giorni». Poi fa un passo indietro – dopo una precisa domanda del reporter – e afferma che non si considerano affatto «ostaggi o sotto sequestro» e che hanno dovuto lasciare il monastero solo a causa dei gravi rischi di bombardamento. Alla fine del video, una monaca ha esortato le parti coinvolte nel conflitto a interrompere i bombardamenti contro moschee e chiese, ricordando che si tratta di "luoghi sacri".

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