mercoledì 13 novembre 2013
COMMENTA E CONDIVIDI
Monsignor Broderick Pabillo, vescovo ausiliare di Manila, è responsabile del Segretariato nazionale di azione sociale, Nassa, la Caritas delle Filippine, una cui squadra sta raggiungendo le aree colpite per valutare la situazione.In quale modo la Chiesa filippina è stata coinvolta dal tifone Haiyan?Diverse diocesi (Borongan, Palo, Cebu, Taytay, Masbate) sono state duramente colpite, in aggiunta alle conseguenze del terremoto del 15 ottobre che ha interessato le diocesi di Cebu, sull’isola omonima, e di Tagbilaran e Talibon, sull’isola di Bohol. Il presidente della Conferenza episcopale ha chiesto una Novena di preghiera e di carità dall’11 al 19 novembre affinché in tutto il Paese si preghi per i defunti e le vittime del tifone. Inoltre abbiamo una raccolta quotidiana di fondi.Come si stanno muovendo l’arcidiocesi di Manila e i servizi di assistenza a livello nazionale?La Caritas Manila e la Caritas Filippine agiscono in coordinamento. Caritas Manila raccoglie le donazioni in beni, mentre la Nassa verifica le necessità e indica a Caritas Manila dove inviare quanto raccolto. Nassa si coordina anche con la Caritas Internazionale per i soccorsi dall’estero e ogni nostro progetto nelle aree colpite avverrà in coordinamento con essa. Stiamo già ricevendo molte offerte di aiuto dalle diocesi locali e da altre Caritas nazionali.Un disastro di tale portata fino a che punto era prevedibile?Il nostro arcipelago è colpito ogni anno da circa 24 tifoni, ma Yolanda (denominazione filippina di Haiyan) è stato di una furia inaspettata. Possiamo dire che per la prima volta abbiamo sperimentato una tale violenza, di conseguenza i preparativi si sono rivelati insufficienti. La distruzione è senza precedenti, una prova dei cambiamenti climatici in corso.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: