mercoledì 27 agosto 2014
L'uomo le stava insegnando a sparare con una mitraglietta Uzi, 600 colpi al minuto. Ma la piccola ha sbagliato e lo ha colpito alla testa. I genitori hanno filmato la tregedia.
Ma a 9 anni è meglio "impugnare" bambole invece che mitragliette di Umberto Folena
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Una bambina di 9 anni. Dove la portereste per farla divertire? Al parco o al cinema. A prendere un gelato oppure a pattinare. Ma ci sono molte altre alternative. Ma a nessuno, almeno in Italia, potrebbe venire in mente di portarla a sparare a un poligono di tiro. Al massimo al luna park, ma non a un poligono vero. Invece in Arizona due genitori hanno deciso di portare la loro piccola, di 9 anni appunto, a sparare. Così l'istruttore le ha messo in mano un'arma da guerra. Una mitraglietta automatica, l'israeliana Uzi, roba da 600 colpi al minuto. Ma mentre le spiegava come farla funzionare e come prendere la mira è successo il prevedibile, la bambina non ha saputo controllare lo strumento di morte e ha ucciso l'uomo che le stava pazientemente insegnando l'arte delle armi. Le sue piccole mani non hanno saputo controllare la mitraglietta. Forse un po' di emozione o un po' di paura. Una mossa sbagliata e l'evitabile (perché era evitabile) è accaduto. Una raffica. Charles Vacca, veterano dell'esercito, 39 anni, istruttore del poligono di White Hills con percorsi di guerra in stile Desert Storm iracheno, è crollato al suolo. Colpito alla testa. Contro di lui sono stati sparati diversi colpi. Inutili i soccorsi. Certe armi non perdonano. Nessuna violazione della legge. Né dei regolamenti del poligono americano. Qui, in questo poligono come tanti altri, è permesso a bambini e ragazzi tra gli 8 e i 17 anni di sparare, se accompagnati, anche con armi speciali e da guerra. I genitori c'erano e hanno anche girato il video della tragedia, ora in mano alla polizia. Ma per la lobby delle armi questo resterà solo un deprecabile incidente, nulla di più. Business must go on.
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