giovedì 26 marzo 2015
​«Si aggrava la situazione umanitaria». I profughi sono 1,7 milioni. L'appello perché si vigili sul mantenimento della tregua.
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​Nonostante il “cessate il fuoco” si registrano nuove esplosioni e combattimenti nei dintorni della città di Donetske vicino a Lugansk. Sono circa 1.700.000 i profughi, di cui 1 milione nel resto dell’Ucraina e oltre 700.000 nei paesi confinanti, in particolare Russia e Bielorussia. Cinque milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria,di cui 3,2 milioni tra i più vulnerabili, anziani, disabili, minori. “I tagli ai salari ed alle pensioni imposte ai cittadini residenti in queste zone, la distruzione di tantissime strutture pubbliche (scuole, ospedali, asili e orfanotrofi), le difficoltà a reperire generi alimentari e i combattimenti che non cessano - dichiara Suzanna Tkalec, responsabile del Settore Emergenze di Caritas Internationalis, appena tornata da una missione in queste regioni - rendono la situazione insostenibile per molte persone”.Caritas Italiana assieme a molte Caritas in Europa, sta cercando di sostenere Caritas Ucraina che in questi mesi si è prodigata per assistere il numero più alto di persone. Al momento sono circa 50.000 le persone raggiunte, alle quali è stato dato un sostegno sia materiale con generi alimentari e di prima necessità, ma anche psicologico, legale, per far fronte ai tanti problemi che emergono in queste situazioni. L'impegno complessivo è di circa 6 milioni di euro. Un aiuto che prosegue anche nelle regioni confinanti della Russia e della Bielorussia. Sono 550 le famiglie assistite dalla Caritas di Rostov-on-Don, in Russia. Qui l'impegno Caritas consiste nel sostenere le famiglie che hanno perso tutto e sono prive anche di assistenza sanitaria. Altre 1.180 persone dei circa 50.000 rifugiati ufficialmente registrati in Bielorussia sono aiutati dalla Caritas Bielorussia, con assistenza medica, distribuzione di generi alimentari e di prima necessità. Il direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu, rilancia l’appello di Caritas Internationalis e di Caritas Europa affinché l’Europa vigili sui negoziati di pace e aggiunge: «Mentre continuiamo a sostenere l’impegno Caritas in loco e le comunità degli ucraini in Italia ci uniamo al Santo Padre nella preghiera per le vittime e nel chiedere che non si abbandoni la via del dialogo e del negoziato». «ll mantenimento della tregua è necessario al fine di far lavorare gli operatori umanitari in condizioni di sicurezza, permettendoci di assistere un maggior numero di persone, soprattutto le più vulnerabili» dichiara il vice presidente di Caritas Europa e Presidente di Caritas Ucraina, Andrij Waskowwycz. «Occorre però anche sensibilizzare l’opinione pubblica - continua - affinché si intensifichino gli aiuti umanitari».

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