lunedì 25 luglio 2016
Sono accusati di avere sostenuto Fethullah Gülen, l'ex iman incolpato dal presidente turco del golpe fallito del 15 luglio.
Turchia, Erdogan fa arrestare 42 giornalisti
COMMENTA E CONDIVIDI

Continua, con il mandato di arresto nei confronti di almeno 42 giornalisti, il repulisti del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che sta mettendo in manette o sospendendo dal lavoro funzionari pubblici, giudici, professori universitari e giornalisti considerati vicini al suo nemico giurato Fethullah Gülen accusato di essere la mente del colpo di stato della notte di venerdì 15 luglio.

 

Cavusoglu ha replicato al presidente della commissioneeuropea Jean-Claude Juncker, che aveva detto che la Turchia"non è nella posizione per poter diventare un Paese membro".

La colpa degli ultimi arrestati sarebbe proprio proprio quella di aver sostenuto l'ex imam e filosofo in esilio negli Stati Uniti dal 1999. Secondo il canale turco della Cnn della lista in nero fa parte anche la giornalista Nazli Ilicak, 72 anni, una veterana dei media, da tempo critica nei confronti del presidente Recep Tayyip Erdogan. Ilicak era stata licenziata nel 2013 dal Sabah, il quotidiano filo-governativo dove lavorava, per aver criticato alcuni ministri coinvolti in uno scandalo di tangenti che, secondo il governo, era stato orchestrato sempre da Gulen. Fra i giornalisti finiti in manette anche Bulent Mumay, editore dell'Hurriyet online.E' stato, invece, il ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, parlando alla tv Haberturk, ad annunciare che "l'incarico di alcuni ambasciatori potrebbe essere revocato" perché sarebbero stati coinvolti nel golpe ideato da Fetullah Gulen.

empre empre Cavusoglu, alla vigilia del suo viaggio a Washington, ad avere intimato alla Ue di smettere di minacciare la Turchia ad alzare la voce anche con gli Stati Uniti, colpevoli di non estradare Fetullah Gulen, accusato di essere la mente del fallito golpe. Cavusoglu rispondeva alle dichiarazioni del presidente della commissioneeuropea Jean-Claude Juncker, che aveva detto che la Turchia"non è nella posizione per poter diventare un Paese membro".

 

Migliaia di turchi si sono riunitia piazza Taksim, nel centro di Istanbul, per sostenere lademocrazia e la propria opposizione allo stato di emergenzadichiarato dal presidente Recep Erdogan. La manifestazione è stata indetta dal principale partito di opposizione, il Partito popolare repubblicano. Nel mare di bandiere molti i ritratti diMustafa Kemal Ataturk, il nume tutelare laico della Repubblicaturca. Molte persone sembrano decise a esprimere anche la loro opposizione al presidente Erdogan dopo le oceaniche manifestazioni di piazza organizzate dai suoi sostenitori.

 
A più di una settimana dal golpe si sta riprendendo anche l'economia. La lira è in risalita e i mercati stanno migliorando. A indebolire la moneta sono state le epurazioni di Erdogan che ha sospeso la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e revocato il passaporto ad almeno a 10.856 propri cittadini per timore di una fuga all'estero dei ribelli.Nelle ultime ore media vicini al presidente turco chiamano in causa direttamente la Cia per il fallito golpe, ed accusano, in particolare un generale statunitense. Nella sua prima pagina di oggi, il quotidiano turco Yeni Safak, accanto a una foto del presidente  Erdogan, ne ha un'altra di un militare corrucciato e, accanto, il titolo a caratteri cubitali: "Quest'uomo ha diretto il golpe". Il dito è puntato contro John F. Campbell, per il tentativo di golpe, e contro la Cia che lo avrebbe finanziato attraverso una banca con sede in Nigeria. Già comandante di una missione e nato in Afganistan, Campbell è in pensione dallo scorso maggio. Le accuse sono destinate a far salire ulteriormente la tensione tra Ankara e Washington, già alta perché gli Stati Uniti non cedono all'insistenza di Erdogan che vuole l'estradizione di Fethullah Gulen. Il ministro degli Esteri, Cavusoglu, parlando all'emittente privata Haberturk TV, ha detto che vorrà incontrare i funzionari statunitensi nel corso della prossima visita.La Turchia è convinta che Gülen, che vive in esilio volontario negli Stati Uniti dal 1999, sia responsabile del tentativo di colpo di stato del 15 luglio ma l'ex imam nega ogni accusa e Washington ha fatto sapere che Ankara deve fornire una chiara evidenza del coinvolgimento di Gulen nel golpe prima di richiedere l'estradizione.Questo pomeriggio al palazzo presidenziale di Ankara, il presidente Erdogan incontrerà il premier Binali Yildirim e i leader di 2 dei 3 partiti di opposizione in Parlamento per un confronto sulle misure messe in atto dopo il fallito golpe.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: