mercoledì 27 aprile 2016
​I risultati del Super Martedì confermano che non dovrebbero esserci sorprese per la sfida di novembre. Da sapere: domande e risposte sulle primarie americane.
Usa, trionfo Clinton-Trump. Le prossime tappe
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Nuovo SuperMartedì di trionfo per Donald Trump e Hillary Clinton, che vedono concretizzarsi la sfida a due di novembre per la Casa Bianca. La corsa per la nomination alle presidenziali è finita, almeno sul fronte Democratico. Il voto di ieri (la notte tra martedì e mercoledì in Italia), non ha riservato sorprese: Hillary Clinton si è affermata su Bernie Sanders in 4 Stati su 5, incrementando il già nutrito gruzzolo dei delegati in vista della convention del partito che, dal 25 al 28 luglio a Filadelfia, eleggerà il candidato alla corsa per la Casa Bianca. Sul fronte repubblicano, ha fatto addirittura meglio il tycoon newyorchese Donald Trump che ha messo a segno l'en plein e gettato il guanto di sfida a Clinton. Quanto ai suoi rivali interni, il messaggio è stato chiaro: "Ted Cruz e John Kasich devono proprio andare a casa", ha detto Trump. Le Acela Primaries, così chiamate dal nome della rete ferroviaria che collega i cinque stati di Maryland, Delaware, Pennsylvania, Connecticut e Rhode Island, erano l'ultimo appuntamento sulla costa orientale. Ora manca al voto, tra i big, solo la California (7 giugno). Trump attacca Clinton. Anche se non c'è ancora la certezza matematica, Trump guarda già alla sfida finale con Hillary che attacca con crescente aggressività. Dal suo quartier generale alla Trump Tower di Manhattan il magnate arriva a dire che "se Hillary fosse un uomo non prenderebbe più del 5% dei voti". Ripete che Clinton presidente "sarebbe orribile. Si guardi a Bengasi, alla Siria. Non ha la forza per fronteggiare la Cina". Mentre di se stesso afferma: "Sono un unificatore".

Clinton chiama il partito all'unità. Da Filadelfia, pensando già alla convention che il partito terrà qui a fine luglio, la frontrunner democratica lancia un appello: "Uniremo il nostro partito per vincere queste elezioni". "Tornerò qui con la maggioranza dei voti e dei delegati vincolati", promette. Allo sfidante Bernie Sanders, che ha vinto in Rhode Island e ha tenuto fino alla fine in Connecticut con un testa a testa serrato, riserva poco più che ringraziamenti.

PRIMARIE USA: DOMANDE E RISPOSTE Quando finiranno le primarie in Usa?Di fatto il 7 giugno. I democratici saranno chiamati al voto anche il 14 giugno nel solo District of Columbia. Mancano ancora Stati importanti al voto?Solo la California, che voterà il 7 giugno. A maggio si vota in Stati che mettono in palio pochi delegati: in tutto 235 per i Democratici e 199 per i Repubblicani. Il 7 giugno invece i delegati in palio saranno 649, di cui 475 in California, per i Democratici e 303 per i Repubblicani. In quella data si voterà anche in Montana, New Jersey, New Mexico, North Dakota e South Dakota. È possibile che le primarie si decidano nell'ultimo appuntamento?Non è mai successo. I delegati assegnati a giugno sono una sorta di premio di maggioranza che consolida le posizioni dei due frontrunner (i candidati in testa) in vista delle rispettive convention. Quest'anno però è molto probabile che le primarie si decidano il 7 giugno in California, soprattutto per il Partito Repubblicato (per gli americani Gop, Grand Old Party). È possibile che non sia Clinton la candidata democratica alla Casa Bianca?No, di fatto. Anche se Clinton dovesse perdere le prossime primarie, avrebbe sufficienti voti per ottenere la nomination, considerando anche quelli dei superdelegati (che però non si contano fino alla Convention). È possibile che non sia Trump il candidato repubblicano alla Casa Bianca?Teoricamente sì. Se Trump non ottenesse la maggioranza assoluta dei delegati sarebbe esposto al rischio di un boicottaggio alla convention del suo partito. Nell'establishment repubblicano molti sostengono che Trump non sia il candidato adatto a vincere la corsa per la Casa Bianca. Quanti sono i delegati ancora da assegnare?Per i Democratici i delegati in palio sono 4.764, di cui 1.235 ancora da assegnare. Per essere certi della nomination ne servono 2.383. Clinton ne ha già ottenuti 2.159, ai quali si aggiungono 519 superdelegati (ex presidenti, senatori, deputati... che accedono di diritto alla convention). Sanders ne ha 1.370 più 39 superdelegati. Per i Repubblicani i delegati in palio sono 1.237, di cui 623 da assegnare, con maggioranza assoluta a 2.472. Trump ne ha 950, gliene mancano 287. È seguito da Cruz con 560, Rubio 171 e Kasich 153.Quando si terranno le elezioni presidenziali?Martedì 8 novembre sarà l'Election Day per eleggere il 45° presidente della storia degli Stati Uniti.

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