martedì 5 febbraio 2013
​La decisione è stata presa per l'edificio bizantino di Trabzon (l'antica Trebisonda). Ma le autorità studiano una misura analoga per l'omonimo monumento di Istanbul, uno dei più celebri della città sul Bosforo.
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L’ex chiesa di Santa Sofia a Trebisonda, città sul Mar Nero dove nel 2006 venne ucciso Don Andrea Santoro, tornerà moschea e in Turchia tutti gli occhi sono puntati sulla sua più celebre omonima di Istanbul, che presto potrebbe subire la stessa sorte. Costruita nel 1200, la chiesa di Trebisonda è considerata un capolavoro dell’arte bizantina, uno dei meglio conservati in Turchia. Nonostante gli affreschi alle pareti siano andati perduti quando la città cadde in mani ottomane nel XV secolo, le volte e le cupole della chiesa recano ancora oggi i segni dello splendore passato. La chiesa era uno dei monumenti più importanti della zona, insieme con il monastero di Sumela, sulle alture dietro Trebisonda e che da due anni una volta all’anno viene riaperto alla Chiesa Ortodossa per celebrarvi la Messa. La decisione è arrivata come un fulmine a ciel sereno. In città infatti non mancano certo di luoghi di culto e Santa Sofia, trasformata come molte altre ex chiese bizantine in museo durante l’età repubblicana, era una delle mete preferite dei turisti. Il particolare sembra importare poco al ministero della Cultura turco, che stando a quanto riporta il quotidiano <+corsivo>Hurriyet<+tondo>, è stato determinante nella restituzione dell’edificio al culto islamico. Adnan Ertem, il capo della Direzione delle fondazioni religiose, ha annunciato trionfalmente che appena verranno terminate le procedure burocratiche, i fedeli vi torneranno a pregare. Il religioso si è anche pronunciato su Santa Sofia a Istanbul, che tre cittadini di Kocaeli nella regione di Marmara, hanno chiesto di fare tornare moschea. Il piccolo gruppo ha presentato al Parlamento turco una petizione completa di un sondaggio effettuato su 400 persone dove il 97% chiedeva la riapertura al culto islamico. «Non abbiamo l’autorità per riaprire Santa Sofia come moschea – ha detto Ertem riferendosi alla monumento di Istanbul – possiamo solo chiedere al governo di farlo, rilevando che tutti la considerano una moschea». Da tempo gli ambienti conservatori del Paese puntano a vedere Santa Sofia riaperta al culto islamico. Nel 2006, prima della visita di Papa Benedetto XVI, l’ex Basilica cristiana era stata addirittura occupata simbolicamente da un gruppo di fanatici. Su uno di quattro minareti che circondano il corpo principale dell’edificio è da anni montato un altoparlante per la diffusione del richiamo della preghiera. Un particolare che ha più volte destato critiche e preoccupazione circa il destino dell’ex luogo di culto.Storie della Turchia moderna ai tempi di Recep Tayyip Erdogan, il premier islamico-moderato che da quando ha preso le redini del Paese, nel 2002, ha ricevuto lodi per la crescita economica da record e l’aumento del benessere da una parte, ma anche accuse dagli ambienti più laici del Paese e dagli osservatori internazionali di nascondere dietro il benessere e l’allontanamento dei militari dalla vita civile, il processo di islamizzazione strisciante dello Stato. Due settimane fa, il Consiglio di Stato turco ha autorizzato le donne che praticano la professione di avvocato a entrare in tribunale con il velo. Da tempo nel Paese va avanti il dibattito per liberalizzarlo definitivamente anche nelle università, dove peraltro il divieto viene disatteso da tempo e con una certa costanza. Infine, sono sempre più frequenti gli appelli del premier alle donne perché facciano almeno tre figli, in un Paese dove la violenza familiare è ancora drammaticamente diffusa.​
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