mercoledì 13 luglio 2016
La regina le ha conferito l'incarico. Dovrà avviare la Brexit. Il saluto di Cameron ai Comuni e le dimissioni formali.
ANALISI Unica superstite della mattanza che ha azzerato la classe politica di G. Ferrari
Theresa May nuovo premier del Regno Unito
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Theresa May è la nuova premier del Regno Unito. 60 anni a ottobre, ministro dell'Interno negli ultimi sei anni e neo leader del Partito Conservatore, è stata "invitata dalla regina" a formare il nuovo governo britannico. Succede a David Cameron. È la seconda donna nella storia del Paese ad assumere la guida dell'esecutivo, 26 anni dopo Margaret Thatcher, anche lei esponente Tory. A lei spetterà il compito di guidare la Gran Bretagna nella fase della Brexit, attraverso le trattative con l'Unione Europea, che non si prospettano semplici. "Insieme per una Gran Bretagna migliore": è la promessa di Theresa May nel suo primo discorso da premier a Downing Street. May ha invocato più giustizia sociale, impegnandosi a lavorare "non solo per i pochi privilegiati, ma per tutti". Ha poi definito la Brexit "una sfida" e ha parlato di "un momento importante per il Paese dopo il referendum", evocando la necessità "d'un grande cambiamento", ma anche di "una visione positiva del nostro ruolo nel mondo". L'addio di Cameron

"I was the future, once": "sono stato il futuro, un tempo". David Cameron chiude il sipario così, con una battuta autoironica venata di amarezza, alla Camera dei Comuni. Fanno il giro del web le ultime parole pronunciate dal premier britannico dimissionario a conclusione del question time di congedo in parlamento, in un clima rilassato e informale anche con l'opposizione laburista. Un'uscita di scena a effetto, ma anche una citazione di se stesso, ricorda la Bbc: le stesse parole furono infatti rivolte da lui stesso a Tony Blair, nel 2005, quando il giovane Cameron si insediò come leader dell'allora opposizione Tory. L'ex leader Tory ha dichiarato di lasciare un "Paese più forte" con "un'economia prospera e che ha più opportunità di andare avanti". Alle 18 ora italiana la regina Elisabetta II, tornata appositamente a Buckingham Palace a Londra dalla residenza estiva, ha ricevuto Cameron, che le ha comunicato formalmente le sue dimissioni. Il premier uscente era accompagnato dalla moglie e dai figli. Poco dopo la ministra dell'Interno e premier in pectore Theresa May, nuova leader del Partito Conservatore (Tory), è arrivata al Palazzo accompagnata dal marito Philip. La regina le ha chiesto di formare il nuovo governo. Dal 23 giugno in poi, giorno della Brexit, gli eventi hanno subito un'accelerazione nel Regno Unito fino a questo atto finale, anch'esso in anticipo rispetto alla tabella di marcia a causa del ritiro dell'unica contendente alla successione di Cameron, Andrea Leadsom. Ora l'arrivo di May alla guida Tory e della Gran Bretagna potrebbe accelerare l'uscita di Londra dalla Unione europea. Il primo grande quesito che May dovrà affrontare riguarda proprio l'attivazione dell'articolo 50 del trattato di Lisbona per avviare la procedura di uscita dall'Ue, che dovrebbe completarsi dopo due anni di complicate trattative. Il nuovo governo britannico dovrebbe essere formato quasi per metà da donne.ANALISI L'unica superstite della classe politica di Giorgio FerrariCHI È THERESA MAY. Theresa May, 60 anni a ottobre, era da tempo considerata come potenziale futuro leader del suo partito. Figlia di un pastore anglicano del Sussex, proviene da un ambiente molto più modesto di quello dei tanti uomini educati a Eton e Oxford che circondano il primo ministro uscente Cameron. Ha studiato nelle scuole statali e poi a Oxford, ma grazie ad una borsa di studio. Prima di entrare in politica come deputato conservatore nel 1997, lavorava alla banca d'Inghilterra.Ministro dell'Interno dal 2010, ha ottenuto notorietà nel 2013 quando è riuscita ad espellere dal Paese l'imam radicale Abu Qatada, ma è stata criticata per non aver mantenuto la promessa del governo di portare il numero netto degli immigrati sotto i 100mila l'anno. Schierata a favore del Remain al referendum sulla Brexit, ha assicurato che rispetterà l'esito della consultazione. Ritiene che la richiesta formale di uscita dall'Ue non potrà arrivare prima della fine dell'anno. May ha precisato che lo status dei cittadini europei residenti in Gran Bretagna farà parte delle trattative. Sostenitrice della modernizzazione del partito conservatore, ha sempre spinto per una maggior presenza femminile fra i deputati Tories. Oggi promette di mettere il suo partito "al servizio della gente che lavora". Viene paragonata dal Guardian a una preside che mantiene la calma davanti a una classe di allievi turbolenti.È sposata con Philip May, un banchiere che ha conosciuto quando entrambi studiavano a Oxford. Pare che a presentarli, ad un ballo di giovani conservatori, sia stata la futura primo ministro del Pakistan, Benazir Bhutto. La coppia non ha figli. L'infelice considerazione della sua avversaria Andrea Leadsom sul fatto di poter essere un miglior primo ministro perché madre si è ritorta verso quest'ultima, contribuendo oggi alla sua decisione di ritirarsi dalla corsa a leader del partito conservatore. IL DISCORSO di lunedì"La Brexit è la Brexit e ne faremo un successo". È stata la prima cosa che ha detto lunedì, giorno dell'annuncio della successione, Theresa May davanti al Parlamento di Westminster. La sua campagna, ha affermato, è stata basata su "tre punti". Come prima cosa, vi è "la necessità di una leadership forte e collaudata, in grado di guidarci in tempi di incertezza economica e politica, con la necessità di negoziare il miglior accordo per la Gran Bretagna nell'uscire dall'Ue e di forgiare per noi un nuovo ruolo nel mondo". Il secondo punto, ha proseguito, "è unire il Paese". Mentre il terzo è la necessità di "una nuova visione forte e positiva per il nostro Paese, una visione di un Paese che non lavora per pochi privilegiati ma per ciascuno di noi. Perché daremo alla gente maggior controllo sulle loro vite. E insieme costruiremo una Gran Bretagna migliore".

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